"Tra noi e l'Italia è guerra aperta", ha detto il colonnello nel discorso. "Il governo italiano oggi attua la stessa politica fascista e coloniale dei tempi dell'occupazione", ha proseguito Gheddafi, affermando che "l'Italia ha ucciso i nostri figli nel 1911, all'epoca della colonizzazione, e ora lo fa di nuovo nel 2011. E' stato un errore che non si sarebbe ripetuto, ora sta facendo lo stesso errore". Il riferimento è ai raid aerei dell'Italia sulla Libia nell'ambito dell'operazione Nato contro il regime. "Con rammarico prendiamo atto che l'amicizia tra i due popoli è persa - ha concluso Gheddafi - e che i rapporti economici e finanziari sono stati distrutti".
"Mi sono rattristato quando ho sentito oggi i figli del popolo libico nei loro discorsi minacciare di trasferire la guerra in Italia - ha minacciato Gheddafi -. Ma hanno ragione in quel che dicono e io non posso porre un veto sulle decisione dei libici che vogliono difendere la loro vita e la loro terra e trasferire la battaglia nei territori nemici". "Avete commesso un crimine - dice il rais rivolgendosi all'Italia celebrando il 96/o anniversario della battaglia di Gardabiya contro gli italiani - l'ha commesso il mio amico Berlusconi, l'ha commesso il Parlamento italiano. Ma ci rendiamo conto che non esiste un Parlamento in Italia, né tanto meno la democrazia. Solo l'amico popolo italiano vuole la pace".