lunedì 28 febbraio 2011

Questo e' un parlamentare che paghiamo noi !!!

      
         
Luca Barbareschi, aprile 2008, il Pdl lo piazza in Parlamento: "Berlusconi è un fuoriclasse, un genio, come lui ne nasce uno ogni 50 anni ... meno male che ha resistito ai giudici di Mani Pulite, che hanno fatto un vero colpo di stato".
Luca Barbareschi, 31 ottobre 2009: "Ho oltre l'80% di presenze ... ah sì? Sicuro che ne ho solo il 47,70%? ... Vabbè, è quasi la metà. E' la stessa cosa ... non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico ... ("Ma sono circa 23.000mila euro lordi al mese, più tutti i benefit", sottolinea l'intervistatore) ... E allora? Non sono mica nato da una famiglia ricca. Nessuno mi ha lasciato niente ... E' facile parlare per voi! Voi giornalisti siete la vera casta, la feccia".
Luca Barbareschi, 16 aprile 2010: "il Pdl non esiste, è un partito di plastica. Fini mi ha chiesto: "Sei pronto?" ...".
Luca Barbareschi, 7 luglio 2010: "Mediaset blocca il mio film ... hanno fatto bene quelli di sinistra ad insultare Berlusconi per 10 anni, così ora hanno fatto i miliardi, io invece ho preso solo fregature".
Luca Barbareschi, 22 luglio 2010: "Il Pdl è solo un partito di sudditi che fa gli interessi di B. e di Mediaset. Noi deputati non possiamo essere trattati come sudditi mentre si trasforma lo Stato in un bordello".
Luca Barbareschi, 31 luglio 2010, è entusiasta: lascia il Pdl e diventa Deputato di Futuro e Libertà, il nuovo gruppo parlamentare guidato da Gianfranco Fini.
Luca Barbareschi, 6 ottobre 2010: "Per me il partito di Fini dev'essere un Fronte di Liberazione Nazionale, aderisco a Fli con lo stesso spirito con cui mio padre ha combattuto tra i Partigiani bianchi del Cln ... abbiamo sbagliato ad appoggiare Berlusconi, siamo caduti nel suo inganno, dobbiamo liberare l'Italia da questa politica morta".
Luca Barbareschi, 2 novembre 2010: "Lo scanalo Ruby? Fossi in Berlusconi mi dimetterei".
Luca Barbareschi, 6 novembre 2010, nasce Futuro e Libertà: "Ho un incarico, il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico: leggere il Manifesto per l'Italia di Fli ... Noi amiamo l'Italia, la nostra Patria e la vogliamo orgogliosa e consapevole, unita nelle sue differenze, civile e generosa, tollerante ed accogliente; una Nazione di cittadini liberi, che credono nell'etica della responsabilità".
Luca Barbareschi, 31 gennaio 2011: "Sono solo illazioni, non ritorno nel Pdl. Resto in Fli. La notizia vera è che ieri pomeriggio sono stato ad Arcore per incontrare il Premier, e sono contento di questo incontro ... pensare con preoccupazione e con spirito costruttivo ai problemi del Paese non significa cambiare casacca. Il mio passaggio in Fli, fin dalla sua fondazione, è stato convinto e chiaro. Le dimissioni da deputato? Non le escludo". (Il friulano Diego Volpe Pasini, che assieme Vittorio Sgarbi è appena andato a trovare Berlusconi ad Arcore, a Radio 24 afferma: "Tutti sanno che Barbareschi è andato da Silvio per sbloccare le sue fiction")
Luca Barbareschi, 1 febbraio 2011: "Nell'inchiesta ci sono delle foto fatte in casa di Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio ... sappiamo che questi apparecchi costano più di 25.000 euro l'uno. Gli investigatori hanno fatto delle foto e sono notizie certe. Non sono foto fatte dalle ragazze con i telefonini ma foto scattate con strumenti professionali. Non è più un paese libero. Se dovessi vedere una foto di Berlusconi io come cittadino italiano mi sentirò offeso".
Luca Barbareschi, 1 febbraio 2011: "Berlusconi mi ha offerto di tutto per tornare nel Pdl ... ma non esco da Futuro e Libertà, e non ho nessuna intenzione di andare con i Responsabili di Moffa".
Luca Barbareschi, 2 febbraio 2011: "Non mi dimetto da Futuro e Libertà, sono tranquillo e sto bene dove mi trovo adesso".
Luca Barbareschi, 2 febbraio 2011: "Non esiste una sola dichiarazione alla stampa in cui dico che andrò via da Fli ... Faccio parte di Futuro e Libertà, voterò compatto con Fli".
Luca Barbareschi, 3 febbraio 2011, voto sul Ruby-gate, sorprendente astensione: "No! C'é stato un contatto, un errore. Io ho votato compatto insieme ai finiani".
Luca Barbareschi, 5 febbraio 2011: "Non me ne vado, tra poco si chiarirà tutto".
Luca Barbareschi, 6 febbraio 2011. "Ecco come Barbareschi ha cambiato il suo voto", spiega la finiana Angela Napoli.
Luca Barbareschi, 7 febbraio 2011: "Resto in Fli, non me ne sono mai uscito. Questa settimana ho messo in atto la più grande e bella provocazione mediatica: senza aver detto nulla, perché non esistono dichiarazioni in cui dico che lascio Fli ... Però "pagliaccio" non me lo dice nemmeno Fini, pretendo le sue scuse".
Luca Barbareschi, 8 febbraio 2011: "Le ripeto: io ad Arcore non ho chiesto niente. Abbiamo parlato da amici ... Il voto sbagliato? Ma certo che ho fatto apposta! Mi sono astenuto, e poi ho finto di essermi sbagliato ... Diciamo che lanciavo il mio film, "Il trasformista", in vista del suo passaggio televisivo, su Rai3 ... Questa storia che io starei tradendo Fli è una bufala mediatica ... È una bufala mediatica perché io non ho mai detto di voler lasciare Fli. Tutti i giornali l'hanno scritto, è vero... Ma era e resta una vostra fantasia. Punto"
Luca Barbareschi, 8 febbraio 2011: "Ancora una volta sono costretto a intervenire per ribadire la mia appartenenza a Futuro e Libertà, che ho contribuito a fondare e alla quale aderisco pienamente".
Luca Barbareschi, 11 febbraio 2011: "Non passo col Cavaliere, abbiamo solo parlato di agenda digitale ... ho solo stigmatizzato il falso moralismo che vuole impiccare in piazza lo stile di vita del Premier".
Luca Barbareschi, 15 febbraio 2011: "Si puo' criticare Berlusconi ma bisogna tener contro delle cose buone fatte dal governo, come ad esempio la riforma Gelmini. Non possiamo darci dei cretini da soli''.
Luca Barbareschi, 15 febbraio 2011: "La manifestazione delle donne è stata strumentale e inutile ... le donne hanno sempre usato il loro corpo per fare carriera, in tutti i settori, in tutto il mondo". "
Luca Barbareschi, 16 febbraio 2011, alla fine ce la fa: via libera dalla Rai, per lui, le sue fiction e le sue aziende, con un lucroso contratto da 15 milioni.
Luca Barbareschi, 16 febbraio 2011: "Dopo Tangentopoli, Berlusconi è stato fondamentale per creare questo centrodestra ... non dobbiamo fare di Berlusconi un nemico ... Ruby? Chi è senza peccato scagli la prima pietra ... comunque io per ora resto con Fli, gli altro fanno i trasformisti, io no, resto immobile".
Luca Barbareschi, oggi: "Lascio Fli per il gruppo misto: aiuterò il Governo. Berlusconi mi ha già telefonato, ringraziandomi per la coerenza"
da : Non leggere questo blog!

domenica 27 febbraio 2011

Grazie Direttore

Costretti e inculcati

di Concita De Gregorio | tutti gli articoli dell'autore
Nel capitolo delle confessioni del pagliaccio sul viale del tramonto merita il podio la forma che Silvio B. ha scelto di dare alla sua idea della scuola pubblica, al disegno di devastazione della cultura che in questi anni ha scientificamente perseguito nella certezza che gli sarebbe bastato alla fine coniare una formuletta per mettere tutti a letto contenti: quelli che studiano diventano radical chic, sono quelli che se ne fregano e parlano col dito medio ad incarnare la cultura del popolo. Rutti scorreggie e libere flautulenze sono la naturale indole di ciascuno che non si vede perché limitare o disprezzare, che palle questi che leggono Kant, moralisti con la puzza sotto il naso, volete mettere la forza vitale del trota, coraggio, tutti alla guida dello spiderino e del seggio procacciato da papà, i congiuntivi non servono a niente nella vita, le derivate ditemi voi se producono utili, meglio un ritocco alla gobba sul naso e sotto col casting che se avete un bel book di foto vi basta e v’avanza. Non vedete che anche Bondi è inutile, alla Cultura non serve nemmeno un ministro. Gelmini vediamo quanto dura, il suo l’ha già fatto, sotto la prossima che le generazioni di aspiranti avanzano, Minetti preme. Dopo aver esposto il suo programma elettorale in un jingle, trent’anni fa - “Torna a casa in tutta fretta, c’è il Biscione che ti aspetta” - conclusa l’opera di demonizzazione e demolizione della scuola in favore di quella che è l’unica e naturale “agenzia formativa” del regime mediatico ecco che di fronte ai cristiano non so cosa, nuova formazione politica di supporto, il Nostro si esprime così. “Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori". Un presidente del consiglio che attacca frontalmente e con disprezzo la scuola pubblica e gli insegnanti che la compongono dovrebbe essere mandato via a furor di popolo l’indomani mattina. Se ci fosse un popolo in grado di esprimere non dico furore, ma almeno un’opinione critica formatasi appunto attraverso la capacità di esercitare il giudizio: eventualità che il Medesimo ha scientificamente disarticolato negli anni. Un presidente del consiglio è la scuola pubblica: la incarna, la promuove, la tutela come pilastro della società. Qui siamo in presenza di un anziano magnate indagato per prostituzione minorile, uno le cui facoltà di discernimento gli hanno fatto credere - secondo la favoletta sottoscritta dal Parlamento di cui è proprietario a maggioranza - che Ruby fosse la nipote di Mubarak: questa persona parla, applaudito dalla platea, di principi da inculcare ai fanciulli. Il tutto naturalmente a favore della scuola privata, alla quale con la leggendaria generosità che il popolo gli riconosce eroga continuamente denari nella speranza di ottenere in cambio l’indulgenza delle chiese, in specie di una. È lo sfregio all’Italia del giorno, domani il prossimo.
26 febbraio 2011

sabato 26 febbraio 2011

Amici miei

Questo ha detto S.B dei suoi amici


Medvedev è l'altro "dono che Dio ha fatto al popolo russo", uno verso cui nutre "profonda stima ed amicizia", uno che sta facendo "grandi passi avanti" per la democrazia del suo Paese.

Lukaschenko è un leader estremamente "amato dal proprio popolo, lo si vede dai risultati elettorali che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo ed apprezziamo".

Bush è stato un Presidente insostituibile, "idealista e coraggioso", "una persona rara, che non mente mai e che ha fatto grandi cose anche per l'Italia", insomma, "un grande, grandissimo Presidente", e "la storia lo dimostrerà".

Nazarbayev è un Presidente che ha fatto "cose straordinarie", e a cui tutti "devono ispirarsi" ... "ho visto i sondaggi fatti da una autorità indipendente che gli hanno assegnato il 92% di stima e amore del suo popolo. E' un consenso che non può non basarsi sui fatti".

Berisha è un suo "grande vecchio amico", uno che parla un "italiano da televisione", e tra i due paesi s'è creato un "lungo e fruttuoso rapporto".

Berdymukhamedov è un carissimo Presidente con cui "aumentare le relazioni" intrattenere "lunghi e cordiali colloqui" e scambiare battute tipo "Io e Tremonti volevamo suggerire di firmare subito un altro accordo: noi vi diamo il nostro ministro dei beni culturali e voi ci date la vostra ministra".

Chávez è un leader da "abbracciare calorosamente", uno intimo, uno con cui scherzare a telefono: "Carissssimoooo Hugo, ti passo una tua ammiratrice (Aida Yespica) che è qui con me ...".

Fidel Castro, tra i due c'è stima reciproca, tant'è che il leader cubano nel 1994 disse "Berlusconi è un grande politico ed il suo governo rappresenta una grande occasione per l'Italia".

Mugabe è uno che sì, vabbé, è fatto così, ma perché punire il suo regime?

Wen Jiabao ed i governanti cinesi "sono, come quelli italiani, fautori della politica del fare, dell'affrontare e risolvere i problemi concreti, più che irrigidirsi su questioni di principi. Come gli italiani preferiscono la politica dello sviluppo e dell'armonia e della sicurezza, che è il credo del governo cinese". E diciamocela tutta: "L'Italia non chiederà l'abolizione della pena di morte in questo grande Paese".

Bel Alì è un "amico vero", "un sincero democratico conosciuto ai tempi di Craxi", uno con cui fare "grandi cose".

Mubarak è un leader estremamente "saggio", uno che è "da 30 anni alla guida del suo Paese" e da cui prendere "lezioni di democrazia", uno che "non deve andarsene perché dopotutto 2 milioni di persone scese in piazza sono poche se rapportate alle 80 totali".

Gheddafi è un leader contraddistinto da una "profonda saggezza", una persona "intelligentissima, altrimenti non sarebbe al potere da 40 anni", uno che solo a vederlo ti viene spontaneo baciargli le mani, e chi lo critica è "prigioniero del passato", perché il Colonnello Libico è il vero "leader della libertà".

26 febbraio 2011 2° congresso dei cristiano riformisti

Nel secondo congresso dei cristiano riformisti e' salito sul palco  fra applausi e fischi il nostro presidente del consiglio Silvio Berlusconi :  Il divorziato e puttaniere si e' opposto alle adozioni da parte di coppie gay e da parte dei single ovvero in poche parole mettendola sulla battuta mi viene da dire .No alle adozioni di minorenni da parte dei single !

mercoledì 23 febbraio 2011

Gli Affari della Libia in Italia

I soldi libici investiti in aziende italiane, da Unicredit a Fiat a Mediobanca
La sanguinosa repressione delle rivolte in Libia e la timidezza della condanna del governo italiano ha portato nuova attenzione sul tema dei rapporti tra il governo di Gheddafi e l’Italia. Durante tutta la giornata di ieri, Al Jazeera ha intervallato le ultime notizie da Tripoli e Bengasi con un servizio che spiegava l’importanza per l’Italia degli accordi con la Libia, soprattutto per quel che riguarda le forniture energetiche e il controllo dell’immigrazione clandestina. I rapporti tra l’Italia e la Libia hanno anche un altro volto: quello delle numerose partecipazioni azionarie libiche nelle aziende italiane, che hanno garantito al regime di Gheddafi una notevole influenza in alcune tra le più grandi e prestigiose società. Queste partecipazioni vengono realizzate attraverso i cosiddetti fondi sovrani.
Cosa sono i fondi sovrani
I fondi sovrani sono società controllate direttamente dai governi, utilizzati per investire le risorse ricavate da surplus di bilancio o riserve di valute estere. Dato che la gran parte dei paesi occidentali è soffocata dal debito, questi fondi esistono soprattutto nei paesi esportatori di petrolio e quindi dotati di grandi liquidità, e tra questi c’è indubbiamente la Libia. Al mondo ci sono 55 fondi sovrani di investimento: rappresentano per grandezza la sesta entità finanziaria mondiale. Per anni sono stati visti con molta diffidenza, visto che molti di questi sono piuttosto restii a divulgare informazioni sulle proprie attività, nonché in mano a governi autoritari e poco controllabili. Inoltre, non sempre gli investimenti dei fondi sovrani hanno scopi puramente commerciali: dato che sono controllati dai governi, spesso vengono utilizzati per stringere o facilitare rapporti bilaterali, per avere un ritorno in termini di immagine o aumentare la propria influenza su mercati strategici. Da qualche anno, però, sono stati praticamente sdoganati: soprattutto in Italia, soprattutto grazie all’amicizia dei governi italiani – questo di Berlusconi ma anche quelli di centrosinistra – con il dittatore libico.
I fondi sovrani della Libia
La gran parte degli investimenti esteri della Libia viene effettuato attraverso due fondi e la banca centrale. Il primo fondo. Il primo è il fondo LAFICO, sigla che sta Libyan Foreign Investment Company. Il secondo è il fondo LIA (Libyan Investment Authority), costituito nel 2006 con capitali trasferiti dalla stessa LAFICO, da altri fondi minori e dagli introiti delle esportazioni petrolifere. Poi c’è la banca centrale. Tutti questi soggetti rispondono direttamente al governo libico e quindi a Gheddafi. Di seguito le più rilevanti tra le sue partecipazioni azionarie in Italia.
Unicredit
La Banca centrale libica detiene il 4,99 per cento di Unicredit, uno dei maggiori istituti di credito europei e mondiali. Lo statuto di Unicredit stabilisce che nessun socio può contare in assemblea per più del 5 per cento. Qualche mese fa l’allora amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, dovette lasciare l’incarico proprio in seguito ad alcune polemiche relative al ruolo della Libia nella banca: il fondo sovrano libico LIA, infatti, entrato in Unicredit nel 1997 con lo 0,56, aveva acquistato il 2,07 per cento del capitale. Una quota che aggiunta al 4,99 per cento detenuto dalla Banca centrale libica diventa un importante 7 per cento direttamente o indirettamente facente capo alla stessa persona, cioè Gheddafi. Si parla da mesi della possibilità che lo stesso fondo LIA arrivi al 4 per cento di Unicredit, portando la Libia a essere il primo azionista di Unicredit.
FIAT
Nel 1976 il fondo LAFICO ha acquistato il 9 per cento di FIAT, che a causa della crisi energetica aveva grossi problemi di bilancio, diventandone il secondo azionista dopo la famiglia Agnelli. Nel 1982 la partecipazione salì al 13 per cento. Nel 1986 il fondo LAFICO è uscito da FIAT, realizzando una plusvalenza di 2,6 miliardi di dollari. Nel 2000 il fondo LIA è tornato a investire in FIAT, acquistando il 2 per cento delle azioni della fabbrica automobilistica. Oggi la Libia possiede una quota di FIAT di poco inferiore al 2 per cento.
Finmeccanica
Nel 2009 Finmeccanica ha sottoscritto un memorandum d’intesa col governo libico per la cooperazione in un vasto numero di progetti in Libia, in Medio Oriente e in Africa. L’accordo prevede la creazione di una joint venture di cui faranno parte Finmeccanica e il fondo LAFICO. Da gennaio Il fondo LIA, invece, detiene il 2,01 per cento di Finmeccanica. La società italiana ha vinto diversi contratti d’appalto in Libia, tra cui uno del valore di 247 milioni di euro per la costruzione di una ferrovia.
Juventus
Nel 2002 il fondo LAFICO ha acquistato il 5,31 della società sportiva, corrispondente a circa 6,4 milioni di euro in azioni. Nel 2009 la partecipazione è salita al 7,5 per cento.
ENI
Il fondo LIA possiede l’1 per cento di ENI. L’accordo tra le parti concede al fondo LIA di arrivare al 10 per cento, cosa che consentirebbe al governo libico di diventare il secondo azionista dopo il governo italiano, visto che il ministero dell’Economia detiene una partecipazione azionaria pari al 30 per cento. ENI tra l’altro è titolare di molte commesse in Libia: ha costruito il gasdotto Greenstream, il più lungo gasdotto sottomarino mai realizzato nel Mediterraneo, che fa transitare otto miliardi di metri cubi di metano dalla Libia all’Italia, e oggi è impegnata – attraverso alcune controllate – anche nella costruzione di alcune autostrade. Negli ultimi dieci anni ENI ha investito in Libia 50 miliardi di dollari, e prevede di investirne altri 20 nel prossimo decennio.
Mediobanca
Il fondo libico LIA possiede azioni di Mediobanca per 500 milioni di dollari. Secondo un accordo preliminare stipulato a febbraio del 2009, il fondo prevede l’investimento libico in società italiane nei settori delle costruzioni e dell’industria farmaceutica. Secondo molti osservatori, l’investimento in Mediobanca permetterà al governo libico di investire con maggiore libertà nelle imprese italiane.
Olcese
Il fondo libico LIA possiede il 26 per cento di Olcese, un’azienda tessile. L’investimento fu il primo esperimento di partecipazione in un’azienda italiana da parte della Libia.
Retelit
È l’azienda di telecomunicazioni che nel 2008 ha vinto il bando per l’assegnazione delle frequenze WiMax in dieci regioni d’Italia. La Lybian Post Telecommunications Information Technology Company controlla il 14,798 per cento del gruppo e ne è primo azionista.

lunedì 21 febbraio 2011

Le cazzate di Frattini

                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

La  frase di oggi del ministro degli Esteri, Franco Frattini, in riguardo ai massacri di civili che stanno avvenendo in Libia nelle ultime ore «L'Europa non deve esportare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il processo democratico, ma non dobbiamo dire: questo è il nostro modello europeo, prendetelo. Non sarebbe rispettoso dell' indipendenza del popolo, della sua ownership

E allora egregio ministro, Franco Frattini, se "L'Europa non deve esportare la democrazia" , a cosa è servito fare ammazzare tutti quei ragazzi Italiani in missioni che voi (e solo voi) definite di "pace? Per l'esattezza sono 37 dal 2004 in poi !




2004: Giovanni Bruno

2005: Bruno Vianini, Michele Sanfilippo

2006: Manuel Fiorito, Luca Polsinelli, Carlo Liguori, Giuseppe Orlando, Giorgio Langella, Vincenzo
Cardella

2007: Lorenzo D’Auria, Daniele Paladini

2008: Giovanni Pezzullo, Alessando Caroppo

2009: Arnaldo Forcucci, Alessandro Di Lisio, Antonio Fortunato, Roberto Valente, Massimiliano Randino, Matteo Mureddu, Giandomenico Pistonami, Davide Ricchiuto, Rosario Ponziano

2010: Pietro Antonio Colazzo, Massimiliano Ramadu’, Luigi Pascazio, Francesco Saverio Positano, Mauro Gigli, Pierdavide De Cillis, Alessandro Romani, Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville, Marco Pedone.

2011: Francesco Vannozzi , Gianmarco Manca, Sebastiano Ville, Marco Pedone




domenica 20 febbraio 2011

Fossi stato Berlusconi sarei scappato......


Domenica 20 Febbraio !

Ma dopo tutto quello che è uscito fuori sulle orge nella villa del premier Italiano, è facile cadere in queste  facili ironie!


Enrico Mentana, attuale direttore del TgLA7, incontra casualmente Berlusconi a Roma mentre il Cavaliere usciva dalla residenza di palazzo Grazioli. Il premier si ferma per salutare Mentana e poi scherza con la figlia più piccola , che sedeva sulle spalle del padre.


A quel punto Mentana presenta anche gli altri due figli al premier, e dopo il saluto con il figlio maggiore, il giornalista presenta  la sua seconda figlia, dicendo a Berlusconi ”Anche lei è mia figlia, ma è maggiorenne...”


Forte è stato l’imbarazzo, e dopo qualche attimo di silenzio, Mentana per sdrammatizzare chiede “va ad Arcore?”, il premier risponde “si vado ad Arcore”, e torna a scherzare con la figlia più piccola.

venerdì 18 febbraio 2011

L' Inno Italiano !



Un Roberto Benigni da 10 e lode un insegnamento perfetto per la ricerca del coraggio a tornare ad essere italiani quelli forti e coraggiosi uniti per superare i momenti difficili che ci stanno avvolgendo.... bravissimo ti meriti tutti gli applausi del pubblico

Pero' anche Troisi non e' da meno

mercoledì 16 febbraio 2011

Ecco perche' non si presentera' il 6 Aprile



In percentuale i motivi perche' Silvio non si presentera al rito immediato!


  • 31%: inaugurazione della "Giornata delle vittime del terremoto dell'Aquila e di tutti gli altri terremoti", appena istituita dal Governo mediante il decreto milleproroghe.




  • 22%: calendarizzazione di un improvviso Consiglio dei Ministri. Tema: a piacere.




  • 17%: mercoledì di coppa, champions league, quarti di finale. In caso di passaggio del turno, la partita del 6 aprile potrebbe essere "Milan-Roma".




  • 8%: provvidenziale attacco allergico primaverile, polline di Betulla.




  • 7%: incontro per il novantanovesimo dalla morte di Giovanni Pascoli, scomparso il 6 aprile 1912.




  • 5%: posa della prima pietra di un ospedale per bambini in Zimbabwe e relativa realizzazione del proprio sogno.




  • 4%: Avignone, chiesa di Santa Chiara, conferenza sull'amore e su Petrarca: il 6 aprile 1327, per la prima volta, il poeta toscano incontrò l'amata Laura.




  • 3%: questione scaramantica, il 6 aprile 1814 Napoleone abdicò, e voi, sì, insomma, capite bene che.




  • 2%: viaggio in Germania per il ricordo del barone Karl von Drais de Sauerbrun, che il 6 aprile 1818 presentò in esclusiva mondiale la "draisina", antenata della bicicletta.




  • 1%: altro/non so/non importa/basta che funzioni.



  • Vai con le prove..dal verbale di richiesta a procedere di Silvio Berlusconi

    martedì 15 febbraio 2011

    Unita' d'Italia e Italia libera


    Il 17 marzo celebriamo l'unita ' d'Italia ...il 6 di Aprile L' Italia libera ...per la seconda volta

    sabato 12 febbraio 2011

    Il ministro che scalcia !



    Oltre la faccia da cavallo ora scalcia anche . Grande ministro come rappresenti bene l'Italia davanti ai tuoi cittadini ! Vergognosa e' anche quella vigilanza che chiede i documenti al giornalista !

    venerdì 11 febbraio 2011

    Unita' d'Italia



    Sembra che l'economia del nostro paese dipenda da un giorno festivo o non ,che sarebbe in questo caso l'anniversario dell'Unita' d'Italia ,ovvero il 17 marzo venturo .Vorrei sottolineare che questo avverra' ogni 50 anni , quindi penso che ne avremmo di tempo per recuperare .Quello che non capisco pero' e' che nessuno si e' opposto il dicembre passato alla chiusura per ben 10 giorni della camera dei deputati .Questa chiusura non e' stata nociva all'economia del paese, nel momento attuale negativo in cui siamo , mentre pero' tutti noi non deputati eravamo a lavorare??

    I sacrifici

    Non è di me che mi preoccupo, affatto, ho raggiunto tutti i traguardi che mi ero prefissato, sono un ricco signore che potrebbe passare il resto della sua vita a realizzare ospedali per bambini del mondo, come ho sempre desiderato, quindi io sono qui solo per fare un servizio al Paese, e faccio tanti sacrifici per farlo.

    giovedì 10 febbraio 2011

    sabato 5 febbraio 2011

    Gli imbecilli da noi purtroppo pagati !!

    Egli ha telefonato, sì, è vero, ha telefonato a un funzionario della Questura, lo ha fatto senza esercitare pressioni di sorta, lo ha fatto per chiedere un'informazione, nella convinzione, nella convinzione, vera o sbagliata che fosse, nella convinzione che Ruby Rubacuori fosse parente di un Presidente di Stato, e lo sapete meglio di me, e lo sapete meglio di me, che la tutela dei rapporti internazionali passa anche da telefonate come questa.

    I have just created a Funtastic Face


    quando cammino......

    Ogni tanto succede che mi trovo per strada, inciampo nella malinconia cado la calcio via mi rialzo, vado avanti, vedo la speranza venirmi incontro, la prendo per mano e continuo per la mia strada, incontro la felicità ma gira l'angolo, la inseguo mi sfugge, aumento il passo mi guardo attorno e la vedo sorridere ad altre persone, abbasso la testa proseguo ancora per la mia strada, mi sento tirare da un braccio, mi giro, la fortuna mi strizza l'occhio, mi fermo, torno indietro e vado con lei ma va troppo forte, non ci sto dietro, provo aumentare il passo, ad afferrarle la mano, non ci riesco perché dovrei lasciare andare la speranza incontrata prima, la fortuna non aspetta mi sfugge, poco importa mi tengo stretto la speranza...

    La rivolta della lega

    Lega, la rivolta della base viaggia in rete
    Delusione e tanta rabbia, la pancia del Carroccio si sfoga sui siti e sui profili dei ministri su Facebook. Tra gli inviti a "mollare il porco di Arcore" e la denuncia del "tradimento federalista" gli ex fedelissimi si sfogano: "Sono con voi dal 92, ho attaccato manifesti e fatto di tutto, la prossima volta mandateci Capezzone"
    La rivolta della base leghista viaggia su Radio Padania e su internet. Se la linea diretta con gli ascoltatori viene costantemente sospesa, per gli insulti contro il premier e gli esponenti del Carroccio che ancora lo sostengono, le pagine su Facebook raccoglie gli sfoghi dei leghisti. Sul profilo di Matteo Salvini Davide Verga scrive: “Basta Berlusconi. Io voglio il federalismo, ma non sporcandomi le mani come leghista per salvare Berlusconi!”. Mentre Massimo Parissenti ricorda: “Due anni fa all’arrivo delle tra tre valli varesine mi son preso una lavata di un’ora per tenere la bandiera della lega in mostra alle telecamere lavato dalla testa ai piedi, col cavolo che lo rifarei: mandateci uno del Pdl, Capezzone magari”. E ancora: “Siamo diventati una prolunga del pdl”. A essere stanchi e delusi sono i sostenitori della prima ora, la pancia vera della Lega. “Sono stufo, ho cominciato nel 1992 ad attaccare cartelli elettorali della Lega, dell’umbertone di notte attaccare e riattaccare sopra gli altri, montare tendoni per le prime feste della Lega e ho continuato per anni, adesso mi fate pentire di quello che ho fatto senza chiedere mai niente”. I commenti sono centinaia.

    Chiara Benelli scrive: “La Lega sta uscendo sputtanata, suo malgrado, da questa porcilaia. Alla fine l’alleanza è servita solo al piduista per salvarsi dal carcere, lui si salva le chiappe e noi in cambio cosa?”. E Leonardo Genovese chiede a Salvini: “Non sarebbe ora finalmente di cambiare Cavallo?”.

    Sul profilo del ministro Roberto Calderoli il tono non cambia. “Potevamo avere Maroni premier – scrive Maurizio De Berardi – invece continuiamo a coprire quel porco di Arcore e le sue puttanelle…. che schifo”. Asia Ricci: “Bravi continuate a coprire il culo flaccido e a ricoprirvi di m…”. Un altro commentatore, Alessandro Buccelli, boccia il senatur: “Bossi che delusione!! Non avete capito che per il federalismo dobbiamo mollare il maiale di Arcore!!! Potevamo avere Maroni… che schifo”. Ma anche sulla fan page del ministro degli Interni i toni non cambiano. Ovunque in rete, nei siti dedicati alla Lega, quelli che appena pochi giorni fa si professavano fedelissimi sostenitori ora gridano al tradimento, denunciano l’incoerenza delle dichiarazioni e, soprattutto, continuano a invocare di mollare Berlusconi.

    I commenti sulla pagina di Radio Padania Libera sono dello stesso tenore. I lettori hanno publbicato le notizie che coinvolgono esponenti del Carroccio. “Escort e appalti, arrestato consigliere leghista” è il link dell’arresto del consigliere trevigiano Giuseppe Barison. Lo posta Raffaella D’Ambrosio, scrivendo: “Grazie Padania”. Così anche un link all’articolo: “Fermata con 8 chili di cocaina la segretaria della Lega”, e poi “Di giorno assessore leghista, di notte gestore di un sito di prostitute”.

    Maryelle Elle scrive: “Attaccati al culo flaccido di Berlusconi…. si muore nelle urne!!! Sveglia padani!!!!”. O Roberto Deangelis: “10 anni a ripetere federalismo alle porte… e i padani ad aspettare… la terra promessa…. ah ah ah…”.

    Poi, a metà pomeriggio, la pagina è stata ripulita dall’amministratore. Che ha anche rassicurato tutti sui reali poteri di Giorgio Napolitano: “Il presidente della Repubblica non ha potere di veto. La terza volta che gli presenteranno il decreto dovrà firmarlo per forza. Intanto però è riuscito ad ottenere di mettersi contro il programma del governo e questo lo mette a rischio come presidente della Repubblica. Non è super partes di garanzia, ma di partito. Come Fini. Anzi, molto più di Fini. Fa gli interessi della sinistra”. Questa la linea ufficiale espressa da Radio Padania Libera. Ma nonostante l’attacco a Napolitano e a Fini, i lettori continuano ad andare al punto: la delusione nei confronti della Lega.

    da Il fatto Quotidiano