Mio nonno si chiamava Fernando , classe 1911, noto per la gente del quartiere ," Il Fantini", che poi era il suo cognome , qua in toscana usiamo spesso chiamarci per cognome, mettendoci sempre davanti l'articolo , maschile o femminile. Era padre di tre figlie, in ordine di nascita, la Fiorenza , la Franca e la Fabrizia. La Fiorenza è la mia mamma.Di lui ho tanti ricordi in tempi ristretti , perché l'ho conosciuto nel '63, anno in cui sono nato e l'ho perso nel '71, anno in cui mi ha lasciato . Mi raccontano che era un comunista credente,una persona gioviale e per la famiglia sempre presente. Ancora oggi nel piazzale e nelle stradine del quartiere dove abitava lui , le persone lo ricordano e quando mi vedono esclamano sempre..."ah ma te sei i nipote del Fantini !! ". Si, in quel quartiere ancora ci si parla, ci si saluta e ci raccontiamo storie,insomma ci chiacchieriamo, sembra un isola felice in questo mondo strano , ma non so quanto durerà, perché anche lì le persone stanno cambiando di anno in anno.Anche mio nonno era un chiacchierone, un amicone, lo soprannominarono " il Fantini per le scale", perché prima di tornare a casa dopo il lavoro , si fermava sempre a trovare gli amici, a parlare fra i gradini di quelle scale , di quei palazzi , di quel quartiere. Io sono contento di aver preso molto da lui. Ha visto la guerra e mi raccontava che oscuravano i vetri delle finestre durante il periodo dei bombardamenti ,ha visto i ponti di Firenze crollare, ha visto pure i tedeschi sotto casa sua . La Lula era un cane che aveva regalato a mia mamma , ammalata di poliomielite ( a quei tempi era molto facile ammalarsi) , così tanto per tenerle compagnia. Un giorno la Lula sparì e dette la colpa ai tedeschi che se l'erano mangiata. Anni dopo Beppino detto i " Guanni " gli confidò che se l'era mangiata lui , perché erano gli anni della miseria .Poco prima della mia nascita ebbe una trombosi cerebrale e io me lo ricordo che viaggiava sul triciclo , la bicicletta a tre ruote , perché dopo rimessosi dalla malattia non ebbe più l'equilibrio di una volta e camminava con le stampelle.Mi ricordo che quando ero malato mi teneva spesso compagnia e mi leggeva il Conte di Monte Cristo e il libro Cuore, mi ricordo che sempre quando tornava a casa mi regalava i cioccolatini ,comprati al bar dove andava a giocare a carte. Mi ricordo che mi regalò la prima bicicletta , azzurra di marca Atala , con i copri raggi fatti di elastici colorati , un po' femminile , ma a me "mi garbava tanto". Mi ricordo che quando si guastava me l'aggiustava sempre lui , perché prima della trombosi aveva avuto una bottega di biciclette. Mi ricordo che spesso a tavola facevamo a gara a chi finiva prima la minestra, lui la mangiava sempre soda , perché il brodo gli andava sempre di traverso. Era un gran fumatore e aveva qualcosa alla gola che non funzionava più bene. Mi ricordo che spesso la sera rimanevo a dormire nel suo lettone , io nel mezzo , mia nonna a sinistra e lui a destra . Guardavamo un po' la televisione , che poi lui con una specie di telecomando fatto da un interruttore a peretta collegato con un filo lungo al trasformatore , ad una certa ora spegneva. Durante la notte mia nonna russava, lui scoreggiava. Sono stato il primo nipote e per giunta maschio , in quella sua famiglia di tutte donne, sarà stato per questo che gli stavo simpatico , ma anche a me stava simpatico lui .Mi faceva ridere specialmente quando d'estate faceva, in quel di Igea Marina, le sabbiature ,diceva che ricoprirsi di granelli di sabbia calda faceva bene alle ossa, alla pelle e allontanava i dolori.L'ultima volta che l'ho visto mi ha salutato da dietro una vetrata di un padiglione dell'ospedale di Careggi con la sua mano tremolante , quello di fronte alla maternità. Là, mentre tanti stavano per nascere ,lui se ne è andato , stroncato da un tumore e dall'ennesima trombosi cerebrale.Di lui mi sono rimaste , oltre i ricordi belli , tante foto e un vecchio orologio fermo alle ore 19.20 di quel giorno li che, ora voglio far aggiustare e indossare.
domenica 14 febbraio 2016
Il mi nonno
Mio nonno si chiamava Fernando , classe 1911, noto per la gente del quartiere ," Il Fantini", che poi era il suo cognome , qua in toscana usiamo spesso chiamarci per cognome, mettendoci sempre davanti l'articolo , maschile o femminile. Era padre di tre figlie, in ordine di nascita, la Fiorenza , la Franca e la Fabrizia. La Fiorenza è la mia mamma.Di lui ho tanti ricordi in tempi ristretti , perché l'ho conosciuto nel '63, anno in cui sono nato e l'ho perso nel '71, anno in cui mi ha lasciato . Mi raccontano che era un comunista credente,una persona gioviale e per la famiglia sempre presente. Ancora oggi nel piazzale e nelle stradine del quartiere dove abitava lui , le persone lo ricordano e quando mi vedono esclamano sempre..."ah ma te sei i nipote del Fantini !! ". Si, in quel quartiere ancora ci si parla, ci si saluta e ci raccontiamo storie,insomma ci chiacchieriamo, sembra un isola felice in questo mondo strano , ma non so quanto durerà, perché anche lì le persone stanno cambiando di anno in anno.Anche mio nonno era un chiacchierone, un amicone, lo soprannominarono " il Fantini per le scale", perché prima di tornare a casa dopo il lavoro , si fermava sempre a trovare gli amici, a parlare fra i gradini di quelle scale , di quei palazzi , di quel quartiere. Io sono contento di aver preso molto da lui. Ha visto la guerra e mi raccontava che oscuravano i vetri delle finestre durante il periodo dei bombardamenti ,ha visto i ponti di Firenze crollare, ha visto pure i tedeschi sotto casa sua . La Lula era un cane che aveva regalato a mia mamma , ammalata di poliomielite ( a quei tempi era molto facile ammalarsi) , così tanto per tenerle compagnia. Un giorno la Lula sparì e dette la colpa ai tedeschi che se l'erano mangiata. Anni dopo Beppino detto i " Guanni " gli confidò che se l'era mangiata lui , perché erano gli anni della miseria .Poco prima della mia nascita ebbe una trombosi cerebrale e io me lo ricordo che viaggiava sul triciclo , la bicicletta a tre ruote , perché dopo rimessosi dalla malattia non ebbe più l'equilibrio di una volta e camminava con le stampelle.Mi ricordo che quando ero malato mi teneva spesso compagnia e mi leggeva il Conte di Monte Cristo e il libro Cuore, mi ricordo che sempre quando tornava a casa mi regalava i cioccolatini ,comprati al bar dove andava a giocare a carte. Mi ricordo che mi regalò la prima bicicletta , azzurra di marca Atala , con i copri raggi fatti di elastici colorati , un po' femminile , ma a me "mi garbava tanto". Mi ricordo che quando si guastava me l'aggiustava sempre lui , perché prima della trombosi aveva avuto una bottega di biciclette. Mi ricordo che spesso a tavola facevamo a gara a chi finiva prima la minestra, lui la mangiava sempre soda , perché il brodo gli andava sempre di traverso. Era un gran fumatore e aveva qualcosa alla gola che non funzionava più bene. Mi ricordo che spesso la sera rimanevo a dormire nel suo lettone , io nel mezzo , mia nonna a sinistra e lui a destra . Guardavamo un po' la televisione , che poi lui con una specie di telecomando fatto da un interruttore a peretta collegato con un filo lungo al trasformatore , ad una certa ora spegneva. Durante la notte mia nonna russava, lui scoreggiava. Sono stato il primo nipote e per giunta maschio , in quella sua famiglia di tutte donne, sarà stato per questo che gli stavo simpatico , ma anche a me stava simpatico lui .Mi faceva ridere specialmente quando d'estate faceva, in quel di Igea Marina, le sabbiature ,diceva che ricoprirsi di granelli di sabbia calda faceva bene alle ossa, alla pelle e allontanava i dolori.L'ultima volta che l'ho visto mi ha salutato da dietro una vetrata di un padiglione dell'ospedale di Careggi con la sua mano tremolante , quello di fronte alla maternità. Là, mentre tanti stavano per nascere ,lui se ne è andato , stroncato da un tumore e dall'ennesima trombosi cerebrale.Di lui mi sono rimaste , oltre i ricordi belli , tante foto e un vecchio orologio fermo alle ore 19.20 di quel giorno li che, ora voglio far aggiustare e indossare.
lunedì 13 ottobre 2014
Che poi
poi volevo dire ai tg , che non me ne frega niente di sentire e vedere slogan politici su tasse , disoccupazione e immigrazione, che son ventenni che mi riempite lo schermo del televisore, mentre l'Italia si sgretola , si allaga e in tutti sensi sprofonda. Dateci la giusta informazione e parlate di chi sono le colpe e le responsabilità che ci hanno portati a raschiare il fondo di questo barile .
domenica 12 ottobre 2014
abbracci
Gli abbracci fanno sempre bene,come quello del mio amico marocchino Adil , erano 7anni che non mi vedeva e ha corso vociando per mezza strada ...Stefano..Stefano , mi ha chiesto come stavamo io e la mia famiglia e se al lavoro andava tutto bene ,cose che certi legami di sangue se lo sognano dal chiedertelo ...figuriamoci gli abbracci
mercoledì 4 giugno 2014
Forza
qualche anno fa avevo un bar...mi piaceva stare a contatto con la gente...mi piaceva parlare con i miei clienti ...che poi alla fine per me , ma penso anche io per loro , eravamo tutti amici.
C'era quello chiuso che ti dava solo il buon giorno e il buona sera , c'era poi chi ti raccontava come aveva passato tutta la sua giornata, c'era chi ti raccontava della sua famiglia, c'era chi ti raccontava del suo lavoro, c'era chi scherzava e chi di politica e di calcio si arrabbiava. Ecco tutto questo a me piaceva.
Però in particolare mi ricordo di una signora , di cui mi sfugge il nome , visto che ormai son passati tanti anni o forse perche gli anni giocano un brutto scherzo sulla mia memoria .
Una mattina entrò per fare colazione , mai vista prima , aveva l'aria stanca e ordinò a fatica , poi si sedette , mangio e inizio con me a parlare : veniva da careggi dopo aver fatto un ciclo di chemioterapia e mi racconto tutta la sua storia, anzi tutta la sua vita, si confidò come se io fossi un suo fratello , poi ad un certo punto si scusò e mi disse , ora parla te e raccontami della tua famiglia e se hai , dei tuoi figli , perchè ho bisogno di sentire qualcosa che parli di vita !
Io le raccontai tutto di me , del mio passato burrascoso , ma anche del presente bello di mia figlia.
Mi disse grazie e dal quel giorno una volta la settimana veniva a fare colazione e ci raccontavamo del più e del meno...e lei era contenta e io lo stesso.
Poi per ben 5 mesi non l'ho più vista , giuro che stavo quasi in pensiero...pensavo al peggio e ne ero molto dispiaciuto...con lei era nato un rapporto strano ...non la conoscevo ma mi trovavo bene a raccontare tutto quello che pensavo ...e lei con me...come se fossimo stati amici d'infanzia....che strana la vita.
Una mattina la vidi entrare e mi urlò sorridente...ciao Stefano , scusa se non mi ero più fatta vedere ..sono passata apposta per dirti che potrei andare all'anagrafe e segnare la mia nuova data di nascita , perchè con certezza sono fuori dal tumore.
Girai il bancone del bar , l' abbracciai e la baciai e lei mi disse grazie per quei cappuccini pieni di chiacchere.
Ecco ho scritto questo perchè voglio far sapere a quella persona a me cara ..che almeno per un giorno vorrei tornare ad avere il bar e vederti entrare con lo stesso sorriso e quell'aria urlante di quella signora...forza non mollare è dura ma un tipo tosto come te ce la deve fare !
C'era quello chiuso che ti dava solo il buon giorno e il buona sera , c'era poi chi ti raccontava come aveva passato tutta la sua giornata, c'era chi ti raccontava della sua famiglia, c'era chi ti raccontava del suo lavoro, c'era chi scherzava e chi di politica e di calcio si arrabbiava. Ecco tutto questo a me piaceva.
Però in particolare mi ricordo di una signora , di cui mi sfugge il nome , visto che ormai son passati tanti anni o forse perche gli anni giocano un brutto scherzo sulla mia memoria .
Una mattina entrò per fare colazione , mai vista prima , aveva l'aria stanca e ordinò a fatica , poi si sedette , mangio e inizio con me a parlare : veniva da careggi dopo aver fatto un ciclo di chemioterapia e mi racconto tutta la sua storia, anzi tutta la sua vita, si confidò come se io fossi un suo fratello , poi ad un certo punto si scusò e mi disse , ora parla te e raccontami della tua famiglia e se hai , dei tuoi figli , perchè ho bisogno di sentire qualcosa che parli di vita !
Io le raccontai tutto di me , del mio passato burrascoso , ma anche del presente bello di mia figlia.
Mi disse grazie e dal quel giorno una volta la settimana veniva a fare colazione e ci raccontavamo del più e del meno...e lei era contenta e io lo stesso.
Poi per ben 5 mesi non l'ho più vista , giuro che stavo quasi in pensiero...pensavo al peggio e ne ero molto dispiaciuto...con lei era nato un rapporto strano ...non la conoscevo ma mi trovavo bene a raccontare tutto quello che pensavo ...e lei con me...come se fossimo stati amici d'infanzia....che strana la vita.
Una mattina la vidi entrare e mi urlò sorridente...ciao Stefano , scusa se non mi ero più fatta vedere ..sono passata apposta per dirti che potrei andare all'anagrafe e segnare la mia nuova data di nascita , perchè con certezza sono fuori dal tumore.
Girai il bancone del bar , l' abbracciai e la baciai e lei mi disse grazie per quei cappuccini pieni di chiacchere.
Ecco ho scritto questo perchè voglio far sapere a quella persona a me cara ..che almeno per un giorno vorrei tornare ad avere il bar e vederti entrare con lo stesso sorriso e quell'aria urlante di quella signora...forza non mollare è dura ma un tipo tosto come te ce la deve fare !
domenica 26 maggio 2013
Accanto a noi stanno le cose migliori
Francesco è un signore sulla sessantina , professore di storia dell'arte , un omone alto un metro e ottanta , disteso imponente sul letto di fronte al mio, ormai erano giorni che stava così con flebo e tubi che gli uscivano da varie parti del corpo...all'inizio a parlare con lui mi sentivo un po' a disagio...io che ho un linguaggio abbastanza popolare cercavo di usare parole precise per fare un discorso a lui soddisfacente ...come un alunno cerca di fare davanti al suo professore. Poi mi sono accorto nei giorni a seguire che ognuno nella propria malattia, sveste quei panni da civile che sempre indossa e che certe volte ti fanno sembrare un po' più elegante e socialmente differente dagli altri.. Qui in questa camera siamo tutti uguali ...non esistono ceti sociali ..la malattia ci rende persone uguali , tutti sofferenti cercando di aiutarsi l'uno con l'altro. Nascono profonde amicizie , si scambiano pensieri e confidenze che mai t'immagineresti di fare con una persona conosciuta da appena tre giorni .Così come è stato con Francesco anche con Romano....un signore un po' più anziano ...minuto silenzioso , sempre a sedere sul letto con gli occhi chiusi e la mano sulla fronte , su quella fronte piena di rughe che dimostrava il dolore che lui stava provando ..ma in silenzio. Mi ha insegnato che meno ti lamenti e meglio ti curano...come dire i noiosi stanno sulle palle e mi rassicurava sui dolori che avevo io...mi diceva "tranquillo fra qualche giorno ti passano" ...come un nonno con una carezza rassicura il suo nipotino.
Sono entrato in quella camera con tanta paura addosso consapevole di quello che mi avrebbero fatto , ho passato nottate sveglio con le lacrime che ogni tanto bagnavano il mio volto , mettevo le cuffie e ascoltavo la mia musica preferita ...si quella musica che certe volte è lo zucchero della vita . Le giornate iniziano presto ed hanno sempre la stessa cadenza : ore sei sveglia, temperatura e pressione, ore sette colazione e pulizia delle camere ...con le solite infermiere burlone che cercano di farti iniziare la giornata in modo allegro , ore otto visita dei professori con tanto di staff al seguito e dalle nove a mezzogiorno in compagnia delle tue flebo che ti passano da una vena ad un altra , a mezzogiorno il " lauto " pranzo e poi la visita di parenti e amici. Quella degli amici più simpatica di quella dei parenti che come al solito ti fanno per la milionesima volta sempre la stessa domanda ..."come stai?" ...e come cazzo vuoi che stia ....me lo hai chiesto ieri ...non e' cambiato un gran che. Il pomeriggio..si ripete un po come la mattina fino a sera...quando la musica ti riaccompagna nella nottata. La notte con quelle luci celesti soffuse che illuminano camere e corridoi percorsi da lamenti , colpi di tosse e scuregge e poi le chiacchere di chi non dorme e si confida con il compagno del letto accanto. Io spesso ...anzi sempre, pensavo alla mia famiglia , a mia moglie, a mia figlia , a come sarebbe finita la mia operazione. Gia' l'operazione ...il giorno più brutto della mia vita ...l'attesa poi micidiale.. poi in meno di mezz'ora ti ritrovi nudo, cateterizzato e intubato disteso su di un tavolo mezzo imbracato ...forse la mezz'ora più lunga e brutta della mia vita ...poi il nulla.
Dal nulla ti svegli in quello stato soporifero che forse mi ricorda il tempo di quando mi feci la prima canna...sento una vocina che mi dice ..."è tutto fnito ,è tutto andato bene"...apro leggermente gli occhi e intravedo mia moglie , mi tranquillizzo perchè lei è una donna che mi ha sempre detto la verità e mi ha sempre sostenuto nel bene e nel male ...riabbasso felicemente le mie palpebre e continuo a dormicchiare. Questa e' stata per me un brutta esperienza ma dalla quale posso trarre anche dei buoni consigli.....tipo che nella vita capitano anche dei brutti quarti d'ora ma di solito sono pochi e siccome la si vive una volta sola e bene che gli altri momenti ce li rendiamo felici , che non esiste deserto peggiore che una vita senza amici,che la famiglia e' il regalo più bello della vita e le gioie i suoi figli....io questo regalo ho avuto la fortuna di scartarlo 16 anni fa e ho buttato via la carta...mica lo voglio riciclare ehh !
sabato 11 maggio 2013
A LINDA
Te sei il mio vento che porta via le nuvole
Te sei il mio sole dopo il temporale
Te sei il mio primo fiore di primavera
Te sei il mio primo raggio di luce del giorno
Te sei la mia musica preferita
Te sei la pietanza a me più gradita
Te sei l'abito che indosso
Te sei il verde , il giallo ,il celeste e il rosso
Te sei la voce che io sempre sento dentro
Te sei l'allegria che dona gioia a me stesso
Te sei l'unica donna di cui sono innamorato perso
sabato 4 maggio 2013
LEI
La sento ehh..è dietro di me , mi sta con il fiato sul collo, mi sta corteggiando, sussurrando nelle orecchie ,tenta di entrare nei miei pensieri, cerca di colpire il mio stato fisico per affondare quello morale ma io la conosco , è come una bella puttana che se ti innamori poi ti fa star male. La combatto più forte di prima non ci voglio ricascare , lei però mi martella tutti i giorni , tutte le ore , ogni minuto , ogni secondo.
Lei cerca anche di colpire gli affetti a me più cari per tentare di sconfiggere tutte le mie forze e opposizioni..Lei cerca di farmi vedere
il buio ma io appena posso mi distendo al sole , si il mio amico sole, che con la sua positività rende più lucidi
i miei pensieri . Lei prova a rendermi sordo ma io metto su la mia musica preferita e ci ballo anche , fino a stancarmi e addormentarmi , si stanco ma contento...contento di aver avuto la voglia di ascoltarla .Lei tenta di isolarmi ,di farmi sentire solo ma io cerco i miei amici , gli affetti , esco con loro, ci scherzo, ci rido, ci parlo , cara mia lei , mi sento contento e felice di gente che mi vuole bene sai! Lei però non demorde , vuole fiaccarmi , farmi perdere l'entusiasmo di fare e volere cose e allora io prendo le mie scarpe , parlo con le mie gambe e loro mi portano nei posti che a me piace e che mi rasserenano , là.... nella mia campagna dove i colori e i suoi suoni inebriano la mia mente e anche il fisico, di gioia e pace nello stesso tempo.
Cara mia lei...ormai ci conosciamo abbastanza bene, da diversi anni...anzi prima non ti conoscevo ma ho sempre saputo che mi pedinavi da molto tempo..in silenzio, nascondendoti dietro ogni angolo ...come una vera spia . Un giorno mi hai fatto un agguato e io ci sono cascato , ma ora sò quale è il tuo modo vergognoso di agire nei miei confronti...pensi che io non ti veda ...è vero si non ti vedo, sei più brava di un fantasma ma la tua presenza si sente facilmente ora...si sente l'odore acre che emani quando mi stai intorno...quell'odore che mi mette in guardia..che mi fa voltare sempre lo sguardo indietro ..sperando che la mia aria minacciosa ti possa far scappare. Lo so che continuerai per sempre a farmi cedere....una volta mi hai sconfitto..ho accusato il colpo e ancora mi tengo le cicatrici delle ferite..e son contento perchè mi ricordano il male che ho sopportato
Cara mia lei ora non permetterò più che tu possa infierire di nuovo su di me ..lo so non vivrò mai tranquillo starò sempre sul chi va là, ma nessuna soddisfazione il mio corpo e soprattutto la mia mente ti darà.
mercoledì 17 aprile 2013
L'AUTOSTRADA
La vita è come un autostrada , le macchine sono i problemi , se li fai correre verso la giusta destinazione ti scivolano addosso ma se sfortunatamente imbocchi il casello al contrario te li ritrovi contro. L'importante è accorgersene subito , fermarsi e chiedere aiuto,pagherai caro l'errore che hai commesso questo si , ma hai fatto in tempo a non creare ulteriori danni .Allora quando la sicurezza sarà tornata rimettiti alla guida e troverai la giusta entrata e.... felice viaggio !
venerdì 21 dicembre 2012
Scrivere libera la mente
Ci risiamo....nel solito ospedale con tanto di flebo attaccata., nel momento che non avrei mai immaginato , momento in cui mi sembrava di essere al 100% ,momento in cui mi sembrava di riavere abbracciato tutte quelle belle cose della vita , alla quale tempo fa' gli avevo dato la mano , come un saluto che vecchi amici si fanno sapendo di non rivedersi più. Passo fra stanze di ecografia e tac , come se fossi con il mio vecchio motorino a fare gimkane fra' le straduzze di campagna ai tempi della mia gioventù. Già ..è da un bel po' che quel tempo è passato ed ora che sono qui , sotto il riflesso di una lampada bianca aspettando le risposte degli analisi, rivivo velocemente quel felice periodo sperando che mi faccia lo stesso effetto che faceva la mia mamma quando prendevo un brutto voto a scuola..."farai meglio la prossima volta non ti preoccupare"...di conforto via, come una carezza. Che dire, oggi i dottori non hanno peli sulla lingua e quello che hai te lo spiegano nei minimi dettagli..e ci rimani molto male e io così son rimasto. Niente di gravissimo ma quando ho sentito parlare di tagliare , di asportazione , di deviazione, mi è caduto il mondo addosso. Mentre il professore parlava io ero già con la mente alla mia famiglia , a mia moglie a mia figlia .Lui continuava a parlare ma era come se io avessi premuto il tasto MUTE....aiuto, aspetta, fermati un attimo, fammi ragionare ...dammi tempo..sto' pensando alle conseguenze..sto' cercando di organizzare il mio futuro non puoi distruggermelo così in 2 secondi dottore! Stavo meditando che tipo conseguenze poteva recare la mia situazione , già mi vedevo invalido...senza poter continuare a dare quel supporto morale e materiale che un padre ,un marito cerca sempre di dare , alla figlia e alla moglie . Vedevo perdere il sorriso di quella bella creatura che è nata quattordici anni fa e che da allora mi ha riempito la vita . Si proprio lei che è sempre felice e contenta ma che si guasta con un non nulla e quel non nulla non volevo essere io .E' bellissima , è allegra, intelligente e piena di vita, ma anche sensibile, molto sensibile ...e mentre il dottore continuava a emettere parole per me mute io continuavo a pensare a lei e mi immaginavo il suo futuro che, iniziava troppo presto per stare dietro ad un babbo che bene bene non si sentiva . Lei deve continuare ad avere una vita tranquilla, pensavo,deve continuare ad avere i suoi svaghi, le sue amicizie, le sue storie...non posso cominciare ad essere un peso così presto ." Allora signor Stefano la portiamo in reparto per qualche giorno ...lei ha capito cosa ha e cosa può accadere vero??..la terremo sotto controllo e poi ci aggiorniamo strada facendo..arrivederci."
Quell'arrivederci è stato per me come la testa di un condannato posata sul ceppo mentre intravede la lama della mannaia....non ci avevo capito nulla o forse avevo capito e non volevo rendermene conto .Mi ero reso conto invece di aver scoperto per la prima volta una sensazione ....la paura e in quel momento le mie lacrime la stavano bagnando. "Ecco questa e' la sua stanza , numero 12 letto 1".
La stanza si, la mia stanza, il mio letto ...ma non quello di casa mia , di camera mia , quel letto dove la sera trovo sempre la compagnia di mia moglie...una compagnia silenziosa, lei che sonnecchia , io attaccato a questo computer che lei molto odia...ma pur sempre una bella compagnia . La compagnia della mia donna che per ben quindici anni ci lega insieme nei momenti belli e brutti , nei suoi pregi e nei suoi difetti , nei nostri caratteri così differenti ma anche uguali...uguali nel volere e mandare avanti una famiglia . In quella stanza ci sono stato tre giorni ..tre giorni pieni di di silenzi , pensieri e ansie...spezzate ogni tanto dall'infermiere che mi cambiava la flebo o dal mio computer che mi teneva collegato con gli amici , ai quali devo dire che sono stati come la tachipirina per il mal di testa. "Senta signor Stefano ,allora abbiamo deciso che la terapia la può continuare a casa e se segue tutto quello che gli diciamo...di sicuro non andrà' incontro a quello che temevamo e quindi in serata tornerà a casa sua...mi raccomando signor Stefano "
Avete presente quando Lino Banfi vince la schedina del totocalcio in un famoso film degli anni '80...be' quello ero io....tenevo quel foglio delle dimissioni come fosse stata quella schedina...e la ricevitoria era la mia casa e li l'ho portata. Ora ci sono e mi sento meglio...anche se passo dal letto alla sedia , dal computer alla televisione, al libro ..ma pur sempre a casa mia con il sorriso di mia figlia e la tranquillità di mia moglie , quella tranquillità che è capace di trasmettere anche a me e di ridare sereno a quelle nuvole che avevano coperto il mio cielo. Stando a casa mi sono reso conto che lei e' instancabile e piena di attenzioni...dico così , perché di solito io esco la mattina presto e torno la sera, senza rendermi conto delle cose che riesce a fare oltre il suo lavoro...di come riesce a gestire tutto quanto, dalle spese , alla scuola , al mangiare , a mia figlia e anche a me.Lei è piccola e minuta ma forte di carattere e decisa come una leonessa nella sua giungla. Mi direte perché scrivo queste cose ...può' darsi che a nessuno importi...ma a me tantissimo...è come confidarsi con un amico , come fare una chiaccherata e io sono un tipo che piace parlare ..ma ora che sono qui da solo ho preferito scrivere ...anche perché scrivere libera la mente e la mia era troppo piena ultimamente ...e ora mi sento meglio.Grazie Cristina e grazie Linda
lunedì 27 agosto 2012
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