venerdì 21 dicembre 2012

Scrivere libera la mente



Ci risiamo....nel solito ospedale con tanto di flebo attaccata., nel momento che  non avrei mai immaginato , momento in cui mi sembrava di essere al 100% ,momento in cui mi sembrava di riavere abbracciato tutte quelle belle cose della vita , alla quale  tempo fa' gli avevo dato la mano , come un saluto che  vecchi amici si fanno sapendo di non rivedersi più. Passo fra stanze di ecografia e tac , come se fossi con il mio vecchio motorino a fare gimkane fra' le straduzze di campagna ai tempi della mia gioventù. Già ..è da un bel po' che quel tempo è passato ed ora che sono qui , sotto il riflesso di una lampada bianca aspettando le risposte degli analisi, rivivo velocemente quel felice periodo sperando che mi faccia  lo stesso effetto che faceva la mia  mamma quando prendevo un brutto voto a scuola..."farai meglio la prossima volta non ti preoccupare"...di conforto via, come una carezza. Che dire, oggi i dottori non hanno peli sulla lingua e quello che hai te lo spiegano nei minimi dettagli..e  ci rimani molto male e io così son rimasto. Niente di gravissimo ma quando ho sentito parlare di tagliare , di asportazione ,  di deviazione, mi è  caduto il mondo addosso. Mentre il professore parlava io ero già con la  mente alla mia famiglia , a mia moglie a mia figlia .Lui continuava a parlare ma era come se io avessi premuto il tasto MUTE....aiuto, aspetta, fermati un attimo, fammi ragionare ...dammi tempo..sto' pensando alle conseguenze..sto' cercando di organizzare il mio futuro non puoi distruggermelo così in 2 secondi dottore! Stavo meditando che tipo conseguenze poteva recare la mia situazione  , già mi vedevo invalido...senza poter continuare a dare quel  supporto morale e materiale che un padre ,un marito cerca sempre di dare , alla figlia e alla moglie . Vedevo perdere il sorriso di quella bella creatura che è nata quattordici anni fa e che da allora mi ha riempito la vita . Si proprio lei che è sempre felice e contenta ma che si guasta con un non nulla e quel non nulla non volevo essere io .E' bellissima , è allegra, intelligente e piena di vita, ma anche sensibile, molto sensibile ...e mentre il dottore continuava a emettere parole per me mute io continuavo a pensare a lei e mi immaginavo il suo futuro che, iniziava troppo presto per stare dietro ad un babbo che bene bene non si sentiva . Lei deve continuare ad avere una vita tranquilla,  pensavo,deve continuare ad avere i suoi svaghi, le sue amicizie, le sue storie...non posso cominciare ad essere un peso così presto ." Allora signor Stefano la portiamo in reparto per qualche giorno ...lei ha capito cosa ha e cosa può accadere vero??..la terremo sotto controllo e poi ci aggiorniamo strada facendo..arrivederci."
Quell'arrivederci è stato per me come  la testa  di un condannato posata sul ceppo mentre intravede la lama della mannaia....non ci avevo capito nulla o forse avevo capito e non  volevo rendermene conto .Mi ero reso conto invece di aver scoperto per la prima volta una sensazione ....la paura e in quel momento le mie lacrime la stavano bagnando. "Ecco questa e' la sua stanza , numero 12 letto 1".
La stanza si,  la mia stanza, il mio letto ...ma non quello di casa mia , di camera mia , quel letto dove la sera trovo sempre la compagnia di mia moglie...una compagnia silenziosa, lei che sonnecchia , io attaccato a questo computer che lei molto odia...ma pur sempre una bella compagnia . La compagnia della mia  donna che per ben quindici anni ci lega insieme nei momenti belli e brutti , nei suoi pregi e nei suoi difetti , nei nostri caratteri così differenti ma anche uguali...uguali nel volere e mandare avanti una famiglia . In quella stanza ci sono stato tre giorni ..tre giorni pieni di di silenzi , pensieri e ansie...spezzate ogni tanto dall'infermiere che mi cambiava la flebo o dal mio computer che mi teneva collegato con gli amici , ai quali devo dire che sono stati come la tachipirina per il mal di testa. "Senta signor Stefano ,allora abbiamo deciso che la terapia la può continuare a casa e se segue tutto quello che gli diciamo...di sicuro non andrà' incontro a  quello che temevamo e quindi in serata tornerà a casa sua...mi raccomando signor Stefano "
Avete presente quando Lino Banfi vince la schedina del totocalcio in un famoso film degli anni '80...be' quello ero io....tenevo quel foglio delle dimissioni come fosse stata quella schedina...e la ricevitoria era la mia casa e li l'ho portata. Ora ci sono e mi sento meglio...anche se passo dal letto alla sedia , dal computer alla televisione, al libro ..ma pur sempre a casa mia con il sorriso di mia figlia e la tranquillità di mia moglie , quella tranquillità che è capace di trasmettere anche a me  e di ridare sereno a quelle nuvole che avevano coperto il mio cielo. Stando a casa mi sono reso conto che lei e' instancabile e piena di attenzioni...dico così , perché di solito io esco la mattina presto e torno la sera, senza rendermi conto delle cose che riesce a fare oltre il suo lavoro...di come riesce a gestire tutto quanto, dalle spese , alla scuola , al mangiare , a mia  figlia e anche a me.Lei è piccola e  minuta ma forte di carattere e decisa come una leonessa nella sua giungla. Mi direte perché scrivo queste cose ...può' darsi che a nessuno importi...ma a me tantissimo...è come confidarsi con un amico , come fare una chiaccherata e io sono un tipo che piace parlare ..ma ora che sono qui da solo ho preferito scrivere ...anche perché scrivere libera la mente e la mia era troppo piena ultimamente ...e ora mi sento meglio.Grazie Cristina e grazie Linda

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