LA LIBERTÀ PASSA da internet. E la delibera dell’Agcom per tutelare il diritto d’autore “non può trasformarsi in censura”. Cresce la mobilitazione contro il bavaglio al web italiano, con la protesta che parte dalla rete per arrivare nelle strade del Paese.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è un'autorità amministrativa indipendente, istituita in Italia con la legge 31 luglio 1997, n. 249 (cosiddetta Legge Maccanico). Ha sede a Napoli. Dal 9 maggio 2005 è presieduta da Corrado Calabrò.
Il principio fondamentale alla base dell'idea degli enti di controllo esterni, come le Authorities, è che essi siano indipendenti, soprattutto da interessi politici ed economici. Tuttavia, in Italia i membri di questo tipo di enti sono scelti solitamente in proporzione al peso che i vari partiti politici hanno in Parlamento, e in alcuni casi persino per diretta scelta del Governo.
L'Agcom non fa eccezione, infatti i suoi otto commissari sono eletti per metà dalla Camera dei deputati e per metà dal Senato della Repubblica, e il presidente è proposto direttamente dal Presidente del Consiglio (come stabilito dalla Legge Maccanico). Dopo tali scelte, le investiture definitive vengono date dal Presidente della Repubblica.
Per questo motivo, una parte autorevole della dottrina ha qualificato l'Agcom come un'autorità semi-indipendente.1 Infatti, un'autorità amministrativa indipendente è tale se non è subordinata gerarchicamente né politicamente ai Ministeri.
In estrema sintesi sta succedendo questo: il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice.
Siccome, con ogni evidenza, si tratta di una misura degna dei peggiori regimi, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche per evitare che venga approvata.
Cosa puoi fare: