Lega, la rivolta della base viaggia in rete
Delusione e tanta rabbia, la pancia del Carroccio si sfoga sui siti e sui profili dei ministri su Facebook. Tra gli inviti a "mollare il porco di Arcore" e la denuncia del "tradimento federalista" gli ex fedelissimi si sfogano: "Sono con voi dal 92, ho attaccato manifesti e fatto di tutto, la prossima volta mandateci Capezzone"
La rivolta della base leghista viaggia su Radio Padania e su internet. Se la linea diretta con gli ascoltatori viene costantemente sospesa, per gli insulti contro il premier e gli esponenti del Carroccio che ancora lo sostengono, le pagine su Facebook raccoglie gli sfoghi dei leghisti. Sul profilo di Matteo Salvini Davide Verga scrive: “Basta Berlusconi. Io voglio il federalismo, ma non sporcandomi le mani come leghista per salvare Berlusconi!”. Mentre Massimo Parissenti ricorda: “Due anni fa all’arrivo delle tra tre valli varesine mi son preso una lavata di un’ora per tenere la bandiera della lega in mostra alle telecamere lavato dalla testa ai piedi, col cavolo che lo rifarei: mandateci uno del Pdl, Capezzone magari”. E ancora: “Siamo diventati una prolunga del pdl”. A essere stanchi e delusi sono i sostenitori della prima ora, la pancia vera della Lega. “Sono stufo, ho cominciato nel 1992 ad attaccare cartelli elettorali della Lega, dell’umbertone di notte attaccare e riattaccare sopra gli altri, montare tendoni per le prime feste della Lega e ho continuato per anni, adesso mi fate pentire di quello che ho fatto senza chiedere mai niente”. I commenti sono centinaia.
Chiara Benelli scrive: “La Lega sta uscendo sputtanata, suo malgrado, da questa porcilaia. Alla fine l’alleanza è servita solo al piduista per salvarsi dal carcere, lui si salva le chiappe e noi in cambio cosa?”. E Leonardo Genovese chiede a Salvini: “Non sarebbe ora finalmente di cambiare Cavallo?”.
Sul profilo del ministro Roberto Calderoli il tono non cambia. “Potevamo avere Maroni premier – scrive Maurizio De Berardi – invece continuiamo a coprire quel porco di Arcore e le sue puttanelle…. che schifo”. Asia Ricci: “Bravi continuate a coprire il culo flaccido e a ricoprirvi di m…”. Un altro commentatore, Alessandro Buccelli, boccia il senatur: “Bossi che delusione!! Non avete capito che per il federalismo dobbiamo mollare il maiale di Arcore!!! Potevamo avere Maroni… che schifo”. Ma anche sulla fan page del ministro degli Interni i toni non cambiano. Ovunque in rete, nei siti dedicati alla Lega, quelli che appena pochi giorni fa si professavano fedelissimi sostenitori ora gridano al tradimento, denunciano l’incoerenza delle dichiarazioni e, soprattutto, continuano a invocare di mollare Berlusconi.
I commenti sulla pagina di Radio Padania Libera sono dello stesso tenore. I lettori hanno publbicato le notizie che coinvolgono esponenti del Carroccio. “Escort e appalti, arrestato consigliere leghista” è il link dell’arresto del consigliere trevigiano Giuseppe Barison. Lo posta Raffaella D’Ambrosio, scrivendo: “Grazie Padania”. Così anche un link all’articolo: “Fermata con 8 chili di cocaina la segretaria della Lega”, e poi “Di giorno assessore leghista, di notte gestore di un sito di prostitute”.
Maryelle Elle scrive: “Attaccati al culo flaccido di Berlusconi…. si muore nelle urne!!! Sveglia padani!!!!”. O Roberto Deangelis: “10 anni a ripetere federalismo alle porte… e i padani ad aspettare… la terra promessa…. ah ah ah…”.
Poi, a metà pomeriggio, la pagina è stata ripulita dall’amministratore. Che ha anche rassicurato tutti sui reali poteri di Giorgio Napolitano: “Il presidente della Repubblica non ha potere di veto. La terza volta che gli presenteranno il decreto dovrà firmarlo per forza. Intanto però è riuscito ad ottenere di mettersi contro il programma del governo e questo lo mette a rischio come presidente della Repubblica. Non è super partes di garanzia, ma di partito. Come Fini. Anzi, molto più di Fini. Fa gli interessi della sinistra”. Questa la linea ufficiale espressa da Radio Padania Libera. Ma nonostante l’attacco a Napolitano e a Fini, i lettori continuano ad andare al punto: la delusione nei confronti della Lega.
da Il fatto Quotidiano
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