Putin è un "dono che Dio ha fatto al popolo russo", uno che ha "un'assoluta volontà di costruire un sistema democratico dopo tanti anni di totalitarismo" ...
Medvedev è l'altro "dono che Dio ha fatto al popolo russo", uno verso cui nutre "profonda stima ed amicizia", uno che sta facendo "grandi passi avanti" per la democrazia del suo Paese.
Lukaschenko è un leader estremamente "amato dal proprio popolo, lo si vede dai risultati elettorali che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo ed apprezziamo".
Bush è stato un Presidente insostituibile, "idealista e coraggioso", "una persona rara, che non mente mai e che ha fatto grandi cose anche per l'Italia", insomma, "un grande, grandissimo Presidente", e "la storia lo dimostrerà".
Nazarbayev è un Presidente che ha fatto "cose straordinarie", e a cui tutti "devono ispirarsi" ... "ho visto i sondaggi fatti da una autorità indipendente che gli hanno assegnato il 92% di stima e amore del suo popolo. E' un consenso che non può non basarsi sui fatti".
Berisha è un suo "grande vecchio amico", uno che parla un "italiano da televisione", e tra i due paesi s'è creato un "lungo e fruttuoso rapporto".
Berdymukhamedov è un carissimo Presidente con cui "aumentare le relazioni" intrattenere "lunghi e cordiali colloqui" e scambiare battute tipo "Io e Tremonti volevamo suggerire di firmare subito un altro accordo: noi vi diamo il nostro ministro dei beni culturali e voi ci date la vostra ministra".
Chávez è un leader da "abbracciare calorosamente", uno intimo, uno con cui scherzare a telefono: "Carissssimoooo Hugo, ti passo una tua ammiratrice (Aida Yespica) che è qui con me ...".
Fidel Castro, tra i due c'è stima reciproca, tant'è che il leader cubano nel 1994 disse "Berlusconi è un grande politico ed il suo governo rappresenta una grande occasione per l'Italia".
Mugabe è uno che sì, vabbé, è fatto così, ma perché punire il suo regime?
Fidel Castro, tra i due c'è stima reciproca, tant'è che il leader cubano nel 1994 disse "Berlusconi è un grande politico ed il suo governo rappresenta una grande occasione per l'Italia".
Mugabe è uno che sì, vabbé, è fatto così, ma perché punire il suo regime?
Wen Jiabao ed i governanti cinesi "sono, come quelli italiani, fautori della politica del fare, dell'affrontare e risolvere i problemi concreti, più che irrigidirsi su questioni di principi. Come gli italiani preferiscono la politica dello sviluppo e dell'armonia e della sicurezza, che è il credo del governo cinese". E diciamocela tutta: "L'Italia non chiederà l'abolizione della pena di morte in questo grande Paese".
Bel Alì è un "amico vero", "un sincero democratico conosciuto ai tempi di Craxi", uno con cui fare "grandi cose".
Mubarak è un leader estremamente "saggio", uno che è "da 30 anni alla guida del suo Paese" e da cui prendere "lezioni di democrazia", uno che "non deve andarsene perché dopotutto 2 milioni di persone scese in piazza sono poche se rapportate alle 80 totali".
Gheddafi è un leader contraddistinto da una "profonda saggezza", una persona "intelligentissima, altrimenti non sarebbe al potere da 40 anni", uno che solo a vederlo ti viene spontaneo baciargli le mani, e chi lo critica è "prigioniero del passato", perché il Colonnello Libico è il vero "leader della libertà".