Un governo che e' stato votato dalla maggior parte del popolo ha il diritto e il dovere di governare il paese ma quando questo chiede aiuto a quell'opposizione , che e' stata bocciata dalla maggior parte degli Italiani , per eseguire cio'...beh , significa che abbiamo un governo " ricco di indecisioni e di lacune , privo di idee e oggettivita', quindi non propositivo per il bene dell'Italia . Per questo deve avere la coscienza e l'obbligo di dimettersi , lasciando il posto a coloro che conoscono le parole " economia , uguaglianza, altruismo , Patria e non Egoismo .
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
Non ho mai detto :
27.09.1988 - Non ho mai pagato una quota di iscrizione alla P2.
03.10.2001 - Non ho mai offeso l'Islam.
01.12.2002 - Non ho mai messo piede in Rai.
09.03.2004 - Non ho mai detto di essere l'Unto del Signore.
10.09.2005 - Non ho mai insultato nessuno.
06.01.2006 - Non ho mai fatto affari con la politica, anzi, ci ho perso.
24.10.2006 - Non ho mai attaccato il Presidente Napolitano.
07.07.2007 - Non ho mai ordinato schedature al Sismi.
07.09.2007 - Non ho mai fatto alcun editto bulgaro.
29.10.2007 - Non ho mai comprato Senatori per far cadere Prodi.
10.04.2008 - Non ho mai offerto a Di Pietro il Ministero dell'Interno.
24.10.2008 - Non ho mai detto che manderemo la polizia nelle scuole.
12.02.2009 - Non ho mai attaccato la Costituzione.
20.05.2009 - Non ho mai conosciuto David Mills.
21.05.2009 - Non ho mai pagato David Mills.
23.05.2009 - Non ho mai detto che il Parlamento è dannoso.
26.05.2009 - Non ho mai mentito sul caso Noemi.
28.05.2009 - Non ho mai avuto rapporti piccanti con Noemi.
04.06.2009 - Non ho mai fatto in vita mia una gaffe, mai.
05.06.2009 - Non ho mai detto che il papà di Noemi era l'autista di Craxi.
19.06.2009 - Non ho mai parlato di complotto oscuro.
24.06.2009 - Non ho mai pagato per una donna.
27.06.2009 - Non ho mai detto di chiudere la bocca a chi parla di crisi.
10.07.2009 - Non ho mai attaccato la stampa.
15.08.2009 - Non ho mai chiesto un incontro con il Papa.
18.08.2009 - Non ho mai organizzato festini.
20.08.2009 - Non ho mai invitato a casa mia persone poco serie.
11.09.2009 - Non ho mai avuto rapporti con una escort.
18.09.2009 - Non ho mai frequentato minorenni.
09.10.2009 - Non ho mai subito condanne, sono sempre stato assolto.
13.10.2009 - Non ho mai attaccato i magistrati, ma loro sì, da 15 anni.
19.10.2009 - Non ho mai fatto alcuna gaffe.
05.11.2009 - Non ho mai avuto alcuna relazione con la signorina Noemi.
06.11.2009 - Non ho mai pensato al Quirinale.
04.12.2009 - Non ho mai detto nulla contro Fini.
25.04.2010 - Non ho mai litigato con nessuno.
07.05.2010 - Non ho mai parlato di congiure.
25.05.2010 - Non ho mai avuto conflitti di interesse.
02.06.2010 - Non ho mai sostenuto l'evasione fiscale.
20.08.2010 - Non ho mai incentivato le campagne del Giornale contro Fini.
30.09.2010 - Non ho mai comprato voti.
07.10.2010 - Non ho mai minacciato elezioni.
22.10.2010 - Non ho mai chiesto il Lodo Alfano.
30.10.2010 - Non ho mai chiamato la Questura per il rilascio di Ruby.
04.11.2010 - Non ho mai cacciato Fini dal Pdl.
29.11.2010 - Non ho mai partecipato a festini selvaggi.
04.12.2010 - Non sono mai stato in Russia per interessi personali.
23.12.2010 - Non ho mai proposto ad personam: ho sempre provato a fermarle.
14.01.2011 - Non ho mai detto che per la Fiat sarebbe giusto andare all'estero.
16.01.2011 - Non ho mai pagato per una donna, ho una relazione stabile.
28.01.2011 - Non sono mai fuggito dai magistrati.
03.10.2001 - Non ho mai offeso l'Islam.
01.12.2002 - Non ho mai messo piede in Rai.
09.03.2004 - Non ho mai detto di essere l'Unto del Signore.
10.09.2005 - Non ho mai insultato nessuno.
06.01.2006 - Non ho mai fatto affari con la politica, anzi, ci ho perso.
24.10.2006 - Non ho mai attaccato il Presidente Napolitano.
07.07.2007 - Non ho mai ordinato schedature al Sismi.
07.09.2007 - Non ho mai fatto alcun editto bulgaro.
29.10.2007 - Non ho mai comprato Senatori per far cadere Prodi.
10.04.2008 - Non ho mai offerto a Di Pietro il Ministero dell'Interno.
24.10.2008 - Non ho mai detto che manderemo la polizia nelle scuole.
12.02.2009 - Non ho mai attaccato la Costituzione.
20.05.2009 - Non ho mai conosciuto David Mills.
21.05.2009 - Non ho mai pagato David Mills.
23.05.2009 - Non ho mai detto che il Parlamento è dannoso.
26.05.2009 - Non ho mai mentito sul caso Noemi.
28.05.2009 - Non ho mai avuto rapporti piccanti con Noemi.
04.06.2009 - Non ho mai fatto in vita mia una gaffe, mai.
05.06.2009 - Non ho mai detto che il papà di Noemi era l'autista di Craxi.
19.06.2009 - Non ho mai parlato di complotto oscuro.
24.06.2009 - Non ho mai pagato per una donna.
27.06.2009 - Non ho mai detto di chiudere la bocca a chi parla di crisi.
10.07.2009 - Non ho mai attaccato la stampa.
15.08.2009 - Non ho mai chiesto un incontro con il Papa.
18.08.2009 - Non ho mai organizzato festini.
20.08.2009 - Non ho mai invitato a casa mia persone poco serie.
11.09.2009 - Non ho mai avuto rapporti con una escort.
18.09.2009 - Non ho mai frequentato minorenni.
09.10.2009 - Non ho mai subito condanne, sono sempre stato assolto.
13.10.2009 - Non ho mai attaccato i magistrati, ma loro sì, da 15 anni.
19.10.2009 - Non ho mai fatto alcuna gaffe.
05.11.2009 - Non ho mai avuto alcuna relazione con la signorina Noemi.
06.11.2009 - Non ho mai pensato al Quirinale.
04.12.2009 - Non ho mai detto nulla contro Fini.
25.04.2010 - Non ho mai litigato con nessuno.
07.05.2010 - Non ho mai parlato di congiure.
25.05.2010 - Non ho mai avuto conflitti di interesse.
02.06.2010 - Non ho mai sostenuto l'evasione fiscale.
20.08.2010 - Non ho mai incentivato le campagne del Giornale contro Fini.
30.09.2010 - Non ho mai comprato voti.
07.10.2010 - Non ho mai minacciato elezioni.
22.10.2010 - Non ho mai chiesto il Lodo Alfano.
30.10.2010 - Non ho mai chiamato la Questura per il rilascio di Ruby.
04.11.2010 - Non ho mai cacciato Fini dal Pdl.
29.11.2010 - Non ho mai partecipato a festini selvaggi.
04.12.2010 - Non sono mai stato in Russia per interessi personali.
23.12.2010 - Non ho mai proposto ad personam: ho sempre provato a fermarle.
14.01.2011 - Non ho mai detto che per la Fiat sarebbe giusto andare all'estero.
16.01.2011 - Non ho mai pagato per una donna, ho una relazione stabile.
28.01.2011 - Non sono mai fuggito dai magistrati.
lunedì 24 gennaio 2011
tumore
Berlusconi è come una cellula tumorale... se fosse normale, infatti, come una cellula sana avrebbe conservato la sua capacità di andare incontro a morte programmata e autodistruggersi quando qualcosa al suo interno non va!
Invece lui, esattamente come una cellula tumorale,no solo ha perso la sua capacita apoptotica ma contagia e rende marcio tutto ciò che gli sta attorno, molto velocemente.
L'Italia è malata di cancro... un cancro al "cervello" che lentamente sta distruggendo tutto il "corpo"!
E per i tumori maligni le soluzioni sono poche: chemioterapia, o perché no, una bella asportazione chirurgica!
sabato 22 gennaio 2011
La bella pensata!
Sembra questa l’ultima folle idea di un partito alla deriva, tra indagati/condannati, prostituzione, escort e scandali … a confermarlo è il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto:
L'abbassamento della maggiore eta' "e' una delle tante questioni che stanno sul tavolo, ma non e' la piu' urgente". (Adnkronos )
venerdì 21 gennaio 2011
Il partito dell'amore
Legge 75/58 "Legge Merlin"
Capo I - Chiusura delle case di prostituzione
1) chiunque, trascorso il termine indicato nell'art. 2, abbia la proprietà o l'esercizio, sotto qualsiasi denominazione, di una casa di prostituzione, o comunque la controlli, o diriga, o amministri, ovvero partecipi alla proprietà, esercizio, direzione o amministrazione di essa;
2) chiunque avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione;
3) chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze o qualunque locale aperto al pubblico od utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si danno alla prostituzione;
4) chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione;
5) chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità;
6) chiunque induca una persona a recarsi nel territorio di un altro Stato o comunque luogo diverso da quello della sua abituale residenza, la fine di esercitarvi la prostituzione ovvero si intrometta per agevolarne la partenza;
7) chiunque esplichi un'attività in associazioni ed organizzazioni nazionali ed estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione, ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette associazioni od organizzazioni;
8) chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. In tutti i casi previsti nel n. 3) del presente articolo alle pene in essi comminate, sarà aggiunta la perdita della licenza d'esercizio e potrà anche essere ordinata la chiusura definitiva dell'esercizio. I delitti previsti dai nn. 4) e 5), se commessi da un cittadino in territorio estero, sono punibili in quanto le convenzioni internazionali lo prevedano.
1) se il fatto è commesso con violenza minaccia, inganno;
2) se il fatto è commesso ai danni di persona minore degli anni 21 o di persona in istato di infermità o minoranza psichica, naturale o provocata;
3) se il colpevole è un ascendente, un affine in linea retta ascendente, il marito, il fratello, o la sorella, il padre o la madre adottivi, il tutore;
4) se al colpevole la persona è stata affidata per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza, di custodia;
5) se il fatto è commesso ai danni di persone aventi rapporti di servizio domestico o d'impiego;
6) se il fatto è commesso da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni;
7) se il fatto è commesso ai danni di più persone;
7 bis) se il fatto è commesso ai danni di una persona tossicodipendente.
1) che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;
2) che seguono per via le persone, invitandole con atti e parole al libertinaggio.Le persone colte in contravvenzione alle disposizioni di cui ai nn. 1) e 2), qualora siano in possesso di regolari documenti di identificazione, non possono essere accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza.
Le persone accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza per infrazioni alle disposizioni della presente legge non possono essere sottoposte a visita sanitaria. I verbali di contravvenzione saranno rimessi alla competente autorità giudiziaria.
E' del pari vietato di munire dette donne di documenti speciali.
Capo II - Dei patronati ed istituti di rieducazione
Negli istituti di patronato, come sopra previsti, potranno trovare ricovero ed assistenza, oltre alle donne uscite dalle case di prostituzione abolite nella presente legge, anche quelle altre che, pure avviate già alla prostituzione, intendano di ritornare ad onestà di vita.
Alla fine di ogni anno e non oltre il 15 gennaio successivo gli istituti di patronato fondati a norma della presente legge, come gli altri istituti previsti dal precedente articolo e che godano della sovvenzione dello Stato, dovranno trasmettere un rendiconto esatto della loro attività omettendo il nome delle persone da essi accolte.
Tali istituti sono sottoposti a vigilanza e a controllo dello Stato.
Se però esse non hanno congiunti disposti ad accoglierle e che offrano sicura garanzia di moralità saranno per ordine del presidente del tribunale affidate agli istituti di patronato di cui nel precedente articolo.
A questo potrà addivenirsi anche per loro libera elezione.
Capo III - Disposizioni finali e transitorie
Con decreto Presidenziale, su proposta del Ministro per l'interno, ne saranno determinati l'organizzazione ed il funzionamento.
E' vietato ai proprietari di immobili di concludere un nuovo contratto di locazione colle persone sopra indicate.
E' ammessa la prova contraria.
Legge 20 febbraio 1958, n° 75.
Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui.
Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui.
Art.1
E' vietato l'esercizio di case di prostituzione nel territorio dello Stato e nei territori sottoposti all'amministrazione di autorità italiane. Art.2
Le case, i quartieri e qualsiasi altro luogo chiuso, dove si esercita la prostituzione, dichiarati locali di meretricio ai sensi dell'art. 190 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, numero 773, e delle successive modificazioni, dovranno essere chiusi entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge. Art.3
Le disposizioni contenute negli artt. 531 a 536 del Codice Penale sono sostituite dalle seguenti: "E' punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da lire 500.000 a lire 20.000.000, salvo in ogni caso l'applicazione dell'art. 240 del Codice penale: 1) chiunque, trascorso il termine indicato nell'art. 2, abbia la proprietà o l'esercizio, sotto qualsiasi denominazione, di una casa di prostituzione, o comunque la controlli, o diriga, o amministri, ovvero partecipi alla proprietà, esercizio, direzione o amministrazione di essa;
2) chiunque avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione;
3) chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze o qualunque locale aperto al pubblico od utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si danno alla prostituzione;
4) chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione;
5) chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità;
6) chiunque induca una persona a recarsi nel territorio di un altro Stato o comunque luogo diverso da quello della sua abituale residenza, la fine di esercitarvi la prostituzione ovvero si intrometta per agevolarne la partenza;
7) chiunque esplichi un'attività in associazioni ed organizzazioni nazionali ed estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione, ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette associazioni od organizzazioni;
8) chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. In tutti i casi previsti nel n. 3) del presente articolo alle pene in essi comminate, sarà aggiunta la perdita della licenza d'esercizio e potrà anche essere ordinata la chiusura definitiva dell'esercizio. I delitti previsti dai nn. 4) e 5), se commessi da un cittadino in territorio estero, sono punibili in quanto le convenzioni internazionali lo prevedano.
Art.4
La pena è raddoppiata: 1) se il fatto è commesso con violenza minaccia, inganno;
2) se il fatto è commesso ai danni di persona minore degli anni 21 o di persona in istato di infermità o minoranza psichica, naturale o provocata;
3) se il colpevole è un ascendente, un affine in linea retta ascendente, il marito, il fratello, o la sorella, il padre o la madre adottivi, il tutore;
4) se al colpevole la persona è stata affidata per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza, di custodia;
5) se il fatto è commesso ai danni di persone aventi rapporti di servizio domestico o d'impiego;
6) se il fatto è commesso da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni;
7) se il fatto è commesso ai danni di più persone;
7 bis) se il fatto è commesso ai danni di una persona tossicodipendente.
Art.5
Sono punite con l'arresto fino a giorni 8 e con l'ammenda di lire 10.000 le persone dell'uno e dell'altro sesso: 1) che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;
2) che seguono per via le persone, invitandole con atti e parole al libertinaggio.Le persone colte in contravvenzione alle disposizioni di cui ai nn. 1) e 2), qualora siano in possesso di regolari documenti di identificazione, non possono essere accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza.
Le persone accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza per infrazioni alle disposizioni della presente legge non possono essere sottoposte a visita sanitaria. I verbali di contravvenzione saranno rimessi alla competente autorità giudiziaria.
Art.6
I colpevoli di uno dei delitti previsti dagli articoli precedenti, siano essi consumati o soltanto tentati, per un periodo variante da un minimo di due anni ad un massimo di venti, a partire dal giorno in cui avranno espiato la pena, subiranno altresì l'interdizione dai pubblici uffici, prevista dall'art. 28 del Codice penale e dall'esercizio della tutela e della curatela. Art.7
Le autorità di pubblica sicurezza, le autorità sanitarie e qualsiasi altra autorità amministrativa non possono procedere ad alcuna forma diretta od indiretta di registrazione, neanche mediante rilascio di tessere sanitarie, di donne che esercitano o siano sospettate di esercitare la prostituzione, né obbligarle a presentarsi periodicamente ai loro uffici. E' del pari vietato di munire dette donne di documenti speciali.
Capo II - Dei patronati ed istituti di rieducazione
Art.8
Il Ministro per l'interno provvederà, promuovendo la fondazione di speciali istituti di patronato, nonché assistendo e sussidiando quelli esistenti, che efficacemente corrispondano ai fini della presente legge, alla tutela, all'assistenza ed alla rieducazione delle donne uscenti, per effetto della presente legge, dalle case di prostituzione. Negli istituti di patronato, come sopra previsti, potranno trovare ricovero ed assistenza, oltre alle donne uscite dalle case di prostituzione abolite nella presente legge, anche quelle altre che, pure avviate già alla prostituzione, intendano di ritornare ad onestà di vita.
Art.9
Con determinazione del Ministro per l'interno sarà provveduto all'assegnazione dei mezzi necessari per l'esercizio dell'attività degli istituti di cui nell'articolo precedente, da prelevarsi dal fondo stanziato nel bilancio dello Stato a norma della presente legge. Alla fine di ogni anno e non oltre il 15 gennaio successivo gli istituti di patronato fondati a norma della presente legge, come gli altri istituti previsti dal precedente articolo e che godano della sovvenzione dello Stato, dovranno trasmettere un rendiconto esatto della loro attività omettendo il nome delle persone da essi accolte.
Tali istituti sono sottoposti a vigilanza e a controllo dello Stato.
Art.10
Le persone minori di anni 21 che abitualmente o totalmente traggono i loro mezzi di sussistenza dalla prostituzione saranno rimpatriate e riconsegnate alle loro famiglie, previo accertamento che queste siano disposte ad accoglierle. Se però esse non hanno congiunti disposti ad accoglierle e che offrano sicura garanzia di moralità saranno per ordine del presidente del tribunale affidate agli istituti di patronato di cui nel precedente articolo.
A questo potrà addivenirsi anche per loro libera elezione.
Art.11
All'onere derivante al bilancio dello Stato verrà fatto fronte, per un importo di 100 milioni di lire, con le maggiori entrate previste dalla legge 9 aprile 1953, n. 248. Capo III - Disposizioni finali e transitorie
Art.12
E' costituito un Corpo speciale femminile che gradualmente ed entro i limiti consentiti sostituirà la polizia nelle funzioni inerenti ai servizi del buon costume e della prevenzione della delinquenza minorile e della prostituzione. Con decreto Presidenziale, su proposta del Ministro per l'interno, ne saranno determinati l'organizzazione ed il funzionamento.
Art.13
Per effetto della chiusura delle case di prostituzione presentemente autorizzata entro il termine previsto dall'art. 2, si intendono risolti di pieno diritto, senza indennità e con decorrenza immediata, i contratti di locazione relativi alle case medesime. E' vietato ai proprietari di immobili di concludere un nuovo contratto di locazione colle persone sopra indicate.
Art.14
Tutte le obbligazioni pecuniarie contratte verso i tenutari dalle donne delle case di prostituzione si presumono determinate da causa illecita. E' ammessa la prova contraria.
Art.15
Tutte le disposizioni contrarie alla presente legge, o comunque con essa incompatibili, sono abrogate. Si sono dimenticati di chiudere una casa !
martedì 18 gennaio 2011
Ruby
In comunità, Ruby si vantava con le altre ragazze: “Lo sapete chi conosco io?”. Ma lo conoscevano anche loro.
sabato 15 gennaio 2011
14 ragazze per me ....!
ILCaso Ruby
Le 14 ragazze a Milano Due
«Per loro case e regali»
Perquisite le abitazioni. «L'affitto in cambio di sesso» Trovati gadget del Milan e prove dei versamenti
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ROMA - Vivono tutte in un palazzo di «Milano Due», trasformato in una sorta di quartier generale. Ragazze bellissime ricompensate con molti soldi e con abitazioni di lusso in uno degli stabili di via Olgettina 65, a due passi dall'ospedale San Raffaele, nel quartiere che lui stesso ha creato negli anni 70. Appartamenti che Silvio Berlusconi ha ceduto in comodato d'uso alle ragazze che poi ospitava alle serate organizzate nella sua residenza di Arcore. È stata Ruby a raccontarlo nel suo interrogatorio del 3 agosto e le verifiche effettuate dalla polizia hanno confermato che ad occuparsi di tutte loro era la consigliera regionale del Pdl in Lombardia Nicole Minetti mentre alle spese provvedeva Giuseppe Spinelli, il ragioniere che secondo i magistrati era «il fiduciario del presidente e risulta ricoprire vari ruoli in diverse società della holding». Alcune sono diventate famose partecipando a programmi e reality show di Mediaset. Altre attendono la giusta occasione e intanto accettano con entusiasmo gli inviti del capo del governo. In tutto sono quattordici, ma la lista potrebbe anche allungarsi. Ieri, quando i poliziotti hanno perquisito le loro case hanno trovato - oltre a numerosi giochini erotici - gioielli, foulard di seta, borse e vestiti griffati, gadget del Milan dedicati allo stesso Berlusconi, in particolare un orologio rossonero con la dedica «al presidente Silvio campione del mondo». C'era una busta con i biglietti per la partita Milan-Real Madrid indirizzata a Emilio Fede ma regalati a una di loro. Ma sono altre le buste ad aver destato l'interesse degli investigatori: contengono infatti la prova dei versamenti in contanti che oscillano tra i mille e cinquemila euro, oltre a numerose banconote di grosso taglio, anche cinquecento euro.Le ragazze di via Olgettina
«Così Mora, Fede e Minetti
reclutavano le escort»
È il decreto di perquisizione firmato dai magistrati di Milano a rivelare quale fosse la contropartita offerte alle giovani donne. Ma soprattutto il ruolo chiave avuto nell'inchiesta dalla stessa Ruby in quattro interrogatori che si sono svolti tra luglio e agosto: «I contenuti delle dichiarazioni testimoniali rese da Kharima El Mahroug il 2, il 6, il 22 luglio e il 3 agosto 2010 e il complesso degli atti di indagine compiuti - scrivono i pubblici ministeri - fanno ritenere che Nicole Minetti, in concorso con Emilio Fede e Lele Mora nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni e della minore Karima, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo, nonché gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell'attività di prostituzione svolta. La stessa minore il 3 agosto ha dichiarato che alcune delle giovani donne che partecipano ai suddetti eventi ricevono in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati a Milano Due». Un racconto che è stato poi verificato con accertamenti svolti nello stabile e con controlli sull'attività di Spinelli.
«Su questo punto - sottolinea l'accusa - si rilevano ampi riscontri investigativi che mettono in rilievo il ruolo svolto da Giuseppe Spinelli che era in costante contatto con Nicole Minetti. Sono state individuate le persone che dispongono di appartamenti a Milano Due e risultano essere beneficiarie di ulteriori erogazioni di denaro intermediate dalla Minetti e disposte da Silvio Berlusconi per il tramite di Spinelli e che comunque hanno partecipato agli eventi descritti svolgendovi attività di prostituzione. Allo stato le risultanze non lasciano ipotizzare che Spinelli sia consapevole della natura retributiva dell'attività di prostituzione. Hanno invece consentito di verificare come la minore Karima abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010».
I siti stranieri su Berlusconi indagato
Case a Iris, Ioana, Barbara
e alle gemelline dell'Isola
La scelta di perquisire lo studio di Spinelli è dunque spiegata nello stesso decreto quando si afferma che «vi è fondato motivo di ritenere che presso gli uffici ubicati a Segrate-Residenza Parco 802, dove lavora Spinelli, possano rinvenirsi documenti, anche riversati su supporto informatico sulle abitazioni concesse in comodato d'uso alle ragazze e sussistono particolari ragioni di urgenza derivanti dalla possibilità che i documenti possano essere distrutti o occultati». In cima alla lista c'è Iris Berardi, diciottenne forlivese di origine brasiliana che nel 2009 partecipa a Miss Italia e diventa miss Rocchetta Bellezza. Ha come vicine di casa Eleonora e Imma De Vivo, le gemelle napoletane diventate note perché Silvio Berlusconi le definiva «un amuleto» e le invitava a tutti i Consigli dei ministri organizzati nel capoluogo campano durante l'emergenza rifiuti. Dopo qualche mese hanno partecipato a L'Isola dei Famosi e non si ricordano ulteriori performance degne di nota nello spettacolo, ma evidentemente la frequentazione con il premier non si è mai interrotta tanto da decidere di trasferirsi a Milano.
Un appartamento è stato assegnato a una giovane che si chiama Elisa Toti, un altro ad Aris Espinoza. Berlusconi è stato generoso pure con Barbara Guerra e Ioana Visan, alle quali ha ceduto l'uso di due abitazioni. I loro nomi erano già emersi nell'inchiesta barese sulle ragazze reclutate dall'imprenditore Giampaolo Tarantini. E fu proprio Giampy a raccontare: «Barbara Guerra l'ho conosciuta a Milano presentatami da un mio amico, Peter Faraone, mentre Ioana Visan detta Ana l'ho conosciuta tramite lo stesso Peter o Massimo Verdoscia. Sapevo che Barbara Guerra era una donna dello spettacolo, mentre sapevo che Ioana era una escort. L'8 ottobre 2008 ricordo di aver invitato le stesse a Roma unitamente a Vanessa Di Meglio, limitandomi per quest'ultima a pagare il biglietto aereo ed il soggiorno in hotel, quanto alle altre due, che venivano da Milano corrispondendo alle stesse anche una somma di denaro per l'eventualità che potessero avere un rapporto sessuale con il presidente Berlusconi. Ricordo che sia Ioana Visan che Barbara Guerra si fermarono a casa del presidente. Per il 9 ottobre devo escludere di aver corrisposto altre somme di denaro alla Guerra ed alla Visan mentre confermo di non aver corrisposto alcunché a Carolina Marconi».
Le ragazze dell'inchiesta
Soldi a Raissa e Miriam
affari con "Lele" e le sue società
Appartamento anche per Marysthelle Garcia Polanco, soubrette a Colorado Cafè su Italia1, la stessa trasmissione che ha fatto la fortuna della Minetti. La dominicana ha sempre negato, ma la sera in cui Ruby fu portata in questura molti giurano di averla vista in compagnia della consigliera regionale mentre insieme attendevano il rilascio della giovane marocchina. L'ufficio di Spinelli non è stato perquisito perché è di proprietà di Berlusconi e dunque è necessaria l'autorizzazione a procedere del Parlamento, ma l'obiettivo dei pubblici ministeri è ben evidenziato nel provvedimento: «Ottenere gli atti e i documenti relativi alla titolarità delle abitazioni, ai soggetti che ne sostengono i costi compreso il pagamento delle utenze, ai soggetti che ne hanno la effettiva disponibilità, al ruolo di intermediazione svolto da Nicole Minetti o da terzi nella gestione dei rapporti concernenti le abitazioni».
Non solo. I magistrati hanno chiesto anche la documentazione che riguarda le ragazze che abitano negli appartamenti di via Olgettina e quelli delle altre donne che risulta abbiano partecipato ai festini. In particolare Barbara Faggioli, nota per essere una delle vallette dello Show dei record su Canale5 e per aver preso parte a un paio di fiction; Miriam Loddo, della scuderia di Lele Mora, che vanta tra le sue apparizioni televisive quella al programma di Maria De Filippi Uomini e Donne con il ruolo di corteggiatrice; Alessandra Sorcinelli, approdata sul piccolo schermo perché, recita il suo curriculum, «in un programma mattutino stesa su un lettino ambulatoriale prestava la sua immagine e il suo corpo statuario (e seminudo) ai vari dottori che spiegavano al pubblico a casa come si facessero determinate cure, massaggi o manipolazioni» e poi arrivata al real show Uno, due, tre, stalla!; Raissa Skorkina, nel 2005 ragazza immagine al Billionaire di Flavio Briatore, poi reclutata da Mora; Lisa Barizonte. Tutte, questo dice l'accusa, «hanno ricevuto denaro da Spinelli o dai suoi collaboratori e dipendenti», ma i magistrati vogliono anche esaminare le carte sui «rapporti economico-finanziari gestiti dallo stesso Spinelli e intercorsi con Lele Mora o comunque con soggetti a lui riconducibili».
giovedì 13 gennaio 2011
mercoledì 12 gennaio 2011
le famose coppie comiche !
Gianni e Pinotto
Ric e Gian
Cochi e Renato
Ficarra e Picone
Toto' e Peppino
Fantozzi e Filini
domenica 9 gennaio 2011
I 150 anni dell'ITALIA !
martedì 4 gennaio 2011
Ipocrisia!
Il caso Battisti unisce la sinistra ,il centro , e soprattutto la destra . Questo e' accaduto l'ultima volta nel 2002 con la legge 156 sul finanziamento pubblico dei partiti . Mai una volta che siano uniti per risolvere i problemi veri dell'ITALIA ! A Ignazio La Russa che si fa' portavoce con il tricolore al vento per l'estradizione di Battisti dedico questa nota:
L'eversione di destra negli anni '70
Nel 1969, allo stillicidio di spedizioni neofasciste con raids di violenza nelle scuole e nelle università si sovrappone l’esplosivo. Nel 1969 vengono compiuti in Italia 312 attentati con bombe: fra questi quelli all’ufficio istruzione dei tribunali di Milano e Torino, alla Fiera Campionaria di Milano e ai treni della notte fra l’8 e il 9 agosto. Dal 1969 al 1975 vengono compiuti in Italia 4384 atti di violenza contro persone o cose, ispirati tutti da una manifesta matrice politica. L’85% di questi fatti si svolge in appena 16 province su 94, soprattutto a Roma, Milano e Torino. L’83% di tutti i fatti di violenza politica accaduti in Italia dal 1969 al 1975 è dichiaratamente opera della destra eversiva, che negli stessi anni consuma 63 omicidi su un totale di 92 assassini politici. Dal 1969 al 1975 in Italia vengono compiute quasi tutte le stragi che dal 1969 al 1982 sono responsabili del 42% delle persone morte per fatti di terrorismo. Il 12 dicembre 1969 a Milano esplode, nella sede di piazza Fontana della Banca nazionale dell’Agricoltura, una bomba che uccide 17 persone e ne ferisce 88. Il 22 luglio 1970 un treno di lavoratori per ragioni sindacali diretto in Calabria viene fatto saltare in aria nei pressi di Gioia Tauro: muoiono 6 persone e ne restano ferite 50. Il 31 maggio 1972 a Peteano una macchina imbottita di esplosivo uccide 3 persone e ne ferisce 2. Il 17 maggio 1973 davanti alla questura di Milano Bertoli aziona una bomba, uccidendo 4 persone e ferendone12. Il 28 maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia muoiono 8 persone e 94 rimangono ferite per l’esplosione di una bomba. Il 4 agosto 1974 nei pressi di Bologna viene fatto saltare in aria il treno Italicus e vi muoiono 12 persone mentre 105 risultano ferite. Accanto alle violenze e agli attentati, all’eversione di destra sono da ascriversi per gli anni che vanno dal 1969 al 1975 molti altri fatti di chiara importanza per una strategia di dichiarata sovversione. Dall’estate del 1970 alla primavera del 1971, Reggio Calabria è infiammata da una rivolta popolare, ispirata e diretta dai "boia chi molla" della destra con presenza cospicua di noti elementi di Avanguardia nazionale. A più riprese, poi, si cercherà di inserire questi conati di piazza nella realtà milanese dove tenteranno di operare alcuni dei protagonisti di Reggio. Inizia anche la stagione dei golpe. Il primo è fissato per l’Immacolata del 1970 quando il principe Borghese di notte vuole mettere i propri uomini al Ministero dell’interno, alla Rai e al Quirinale. Con Borghese per questo golpe saranno, in un lontano futuro rispetto al dicembre 1970, equamente processati anche esponenti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Ma il golpe fallisce perché a un certo punto della nottata il principe Borghese riceve una telefonata che annulla gli ordini già impartiti e le prime operazioni già avviate. I reduci dall’avventura di Borghese non si fermano e vanno avanti fino a tutto il 1974 a programmare piani d’attacco contro il sistema istituzionale. Queste manovre si svolgono prevalentemente a Roma, dove il gen. Miceli, capo dei servizi segreti, aveva avuto qualche sentore dei movimenti di Borghese, e dove nella trama cospirativa s’è trovata traccia di cattolici legati ad ambienti del Vaticano e di individui collegati alla massoneria, come denunciato alla magistratura romana dal Ministero dell’interno nel 1974 e 1975. Si è anche parlato di un golpe di destra che doveva realizzarsi a Roma nell’agosto 1974 dopo la strage dell’Italicus, ma che poi viene accantonato a seguito delle dimissioni in quell’agosto del presidente americano Nixon. Intanto, nel 1974-75, altre trame eversive di colore golpista di destra vengono sviscerate dai giudici di Padova durante il processo contro la Rosa dei Venti e dai giudici di Torino durante il processo contro Edgardo Sogno.
Per quanto attiene la tattica delle azioni diverse dalle stragi eseguite dai neri certo è che dal 1969 al 1975 i terroristi di destra uccidono 20 persone e non ne feriscono nessuna, consumano 2156 violenze (come pestaggi o atti di guerriglia), rivendicano esplicitamente 133 attentati a cose e persone mentre con una certa sicurezza sempre ai neri vengono attribuiti 1 339 attentati non rivendicati. Sembra, quindi, che in questi anni comportamentalmente il terrorismo di destra abbia avuto connotati "squadristici" come il fascismo del 1920-22: per tipo e numero di azioni compiute prevale l’uso della violenza diretta, contro gli avversari politici. Notevole è il ricorso al tritolo usato in abbondanza, di notte, essenzialmente contro le sedi di partiti o organismi democratici. Escluse quasi del tutto da ogni assalto sono le persone e le sedi delle forze dell’ordine. Su 11 sequestri di persona compiuti dai terroristi in genere dal 1969 al 1975, nessuno è da ascriversi ai neri; sono invece le organizzazioni clandestine di sinistra ad utilizzare il veicolo pubblicitario nuovissimo del sequestro politico di dirigenti d’azienda o capi-reparto. In merito alle organizzazioni che hanno firmato le azioni del terrorismo nero, certo è che dal 1969 al 1980 esse sono state in tutto 171, ed almeno l’80% di esse ha operato nel periodo 1969-1975. La gran parte di questi gruppi ha concentrato, anche per il periodo indicato, la propria attività su Roma e, in misura molto più ridotta, su Milano. Il rapporto fra gli attentati rivendicati dai neri (133) e quelli loro attribuiti (1339) dimostra che il terrorismo di destra ha scelto di gran lunga l’opzione dell’"azione coperta", ovverossia del fatto terroristico non dichiarato né come autori né come finalità. Molto raramente, per il 1969-1975, le azioni terroristiche dei neri risultano firmate da Ordine Nuovo o Avanguardia Nazionale. Spessissimo, accanto a sigle tanto sconosciute da sembrare di puro comodo, appaiono le firme dei Giustizieri d’Italia o delle Squadre d’azione Mussolini, che il 26 gennaio 1969 a Milano compiono il primo atto terroristico rivendicato dalla destra contro un palazzo che ospita più organismi ed enti democratici. Dal 1969 al 1974 nella sola Milano 80 attentati sono consumati dalle Sam. In questa organizzazione mutava Giancarlo Esposti la cui morte, avvenuta in un conflitto a fuoco coi carabinieri in Abruzzo mentre Esposti ben provvisto di esplosivo pareva dovesse calare su Roma per la festa della Repubblica, sarà commemorata da Avanguardia nazionale. Numerose sono le sigle di gruppi eversivi di destra che compaiono per appena il tempo di scoppio di una bomba. Tale comportamento deriva ovviamente in parte da manovre difensive di depistaggio delle indagini. Molti attentati sono opera del misteriosissimo Ordine nero. Sotto questa sigla si compiono dal 1974 al 1976 (nei tre anni di cui di essa si ha notizia) e soprattutto nell’Italia nel Nord, 32 attentati, di cui ben 21 consumati nel solo 1974. All’ambiente di Ordine nero vengono ascritte due stragi, quella di piazza della Loggia a Brescia e quella del treno Italicus nei pressi di Bologna. Sono in totale 22 le persone che muoiono a causa di Ordine nero, sull’identità dei cui aderenti ancora oggi non si hanno buone certezze. Nello stesso mondo della destra eversiva feroci sono sempre rimaste le polemiche sulle origini e le finalità di Ordine nero: alcuni guardano ad una filiazione da Ordine nuovo di cui Ordine nero ripete le iniziali simboliche On; altri credono a un gruppo spontaneo; alcuni pensano che noti gruppi eversivi abbiano deliberatamente scelto, proprio per allontanare da se stessi ogni responsabilità, un sistema per rovinare Ordine nuovo, fino ad allora non compromesso in fatti di sangue; altri, infine, vi vogliono vedere la mano di chissà quale servizio, segreto o non. Ordine nero rimane quindi un’entità pressoché sconosciuta; gli attentati a suo nome sono, quindi, "azioni coperte", rivolte contro la inerme popolazione civile fra la quale devono produrre uno stato d’allarme generale su cui innestare un movimento militare. Le vicende personali di personaggi importanti come Graziani, Massagrande, Borghese, Delle Chiaie, che riparano alcuni in Grecia altri in Spagna, pongono il problema dei contatti diretti , negli anni 1969-1975, del terrorismo nero con l’Internazionale nera. Dalla Spagna franchista alla Grecia dei colonnelli non sono mancati aiuti espliciti o impliciti verso gli eversori nostrani di destra, sui quali ci sono stati pesanti sospetti di appartenenza a centrali internazionali o sovranazionali. Il problema che maggiormente si è posto sui movimenti della destra eversiva è stato quello dei rapporti fra terrorismo nero e stato. I processi contro i terroristi neri hanno messo in piazza vistose compromissioni personali che hanno attraversato sia zone del potere politico che aree del potere amministrativo. L’esemplificazione maggiore dei rapporti col terrorismo nero da parte di organismi dello stato è costituito dall’aiuto fornito dai servizi segreti italiani agli imputati del processo per la strage di piazza Fontana. Giannettini viene aiutato finanziariamente quando ripara all’estero. Inoltre: dopo che il giudice istruttore di Milano ha richiesto la cattura di Pozzan (un bidello padovano), i servizi italiani prendono Pozzan e lo portano in Spagna dove a Madrid lo consegnano a Delle Chiaie, anch’egli all’epoca latitante e ricercato proprio per il processo su piazza Fontana. Ma è perlomeno ambiguo l’atteggiamento che il potere esecutivo ebbe contro il terrorismo di destra dal 1969 al 1975. L’affare viene lasciato in gestione quasi esclusiva ai magistrati, i quali, però, per il sistema processuale-penalistico in vigore, non hanno una competenza diffusa in tutta Italia né a loro volta sono diretti da un organismo unitario. Il governo, però, si astiene in quegli anni dal creare un organismo unitario di polizia che compia indagini in tutta Italia e quindi abbia effetti propulsivi sui processi intanto sparpagliati fra mille giudici.
Nel biennio 1974-75 l’eversione di destra fu però attraversata da una crisi profondissima. Nel dicembre 1973 il Ministro dell’interno con proprio decreto sciolse coattivamente Ordine nuovo. Nella seconda metà del 1974, i servizi segreti, in sintonia con chiare direttive politiche, attivarono fonti confidenziali che dettero risultati concreti contro gli autori del golpe Borghese. I giudici di Torino e di Padova iniziarono in quegli anni decise istruttorie su scala nazionale contro l’eversione di destra. Per queste procedure giudiziarie, i capi storici di Ordine Nuovo, Graziani e Massagrande, ripararono all’estero. Stefano Delle Chiaie, capo indiscusso di Avanguardia nazionale e con recapito fisso per quegli anni in Spagna, limitò i suoi lunghi e indisturbati soggiorni in Italia (nonostanti gli svariati mandati di cattura per fatti gravissimi) quando nel novembre 1975 iniziò a Roma il processo contro Avanguardia Nazionale con decine di arresti. Il 20 maggio 1974 Giulio Andreotti, in un’intervista al settimanale "Il Mondo", deplora le deviazioni dei servizi segreti. Termina da allora, il rapporto privilegiato degli eversori di destra con il Potere ufficiale. Ma la crisi più inarrestabile gli eversori di destra la vivono proprio dal loro interno. Arrivano in scena i nuovi militanti nati dopo il 1950. Queste generazioni, prima di ogni discorso politico particolare, respirano un’aria generale che dopo il 1970 è ormai di rottura irrisolvibile con il passato: l’eversione di destra, che ha sempre arruolato fra i giovani la quasi totalità dei propri quadri, non può più fare nuovi proseliti con discorsi infarciti soltanto dei miti di Salò o di Hitler. In più fortissima dopo il 1974 è la concorrenza dell’eversione di sinistra, che dilaga a macchia d’olio in molti parti d’Italia e che inizia a riscuotere notevoli successi anche a livello propagandistico. Per superare questo momento nel settembre 1975 in una riunione ad Albano nei pressi di Roma Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale si fondono e danno vita ad un gruppo unitario. Il nuovo gruppo aveva al vertice una Direzione politica nazionale da cui dipendevano una serie di Settori; a questa Direzione erano collegati organismi analoghi su scala regionale, provinciale e comunale. Il gruppo aveva una struttura operativa formata su linee verticali e articolata in linee orizzontali per compartimenti stagni che non comunicavano fra loro ma solo coi vertice, il quale aveva predisposto una serie di numeri telefonici che assicuravano i collegamenti fra i vari settori. Nel dicembre 1975 viene rinvenuto in un appartamento a Roma che fungeva da base per la nuova organizzazione un documento in cui si propugna apertamente la guerra rivoluzionaria contro il potere ufficiale; e fra le righe dello stesso si legge una reinterpretazione della figura del "soldato politico" a suo tempo mitizzata da Codreanu, che ora viene rivisitata sulla base di pensieri del presidente Mao e del Che Guevara. Nel luglio 1976 a Roma, Concutelli, capo militare di questo gruppo, uccide il magistrato Occorsio e compie una rapina per circa mezzo miliardo a danno del Ministero dei lavoro. Entrambe queste azioni hanno un valore rilevante per l’interpretazione del percorso dell’eversione di destra a partire dal 1975. Con l’uccisione di Occorsio, per la prima volta la destra eversiva intende dichiaratamente colpire un simbolo dello stato, oltre che consumare una vendetta personale con la punizione pubblica di una persona vista come nemica. Con la rapina da mezzo miliardo, gli eversori di destra tralasciano la via dei finanziamenti più o meno diretti e si dichiarano esplicitamente per atti di autofinanziamento, come rapine o sequestri di persona. Molto evidente in questi schemi di comportamento è il richiamo ai comportamenti dell’eversione di sinistra, che prima del luglio 1976 ha già compiuto rapine a iosa ed ha ucciso a Genova il magistrato Coco. Ma nell’autunno 1976, in conseguenza dell’assassinio di Occorsio, molti terroristi neri vengono arrestati; ed è soprattutto Ordine nuovo a vedere scompaginate le proprie fila, tanto che dopo quegli arresti non si avrà più notizia di On come tale, anche se alcuni ordinovisti rimarranno in attività. Pure An entra in difficoltà, non foss’altro perché il capo carismatico Delle Chiaie, finito il franchismo in Spagna, elegge a sede della propria attività l’America del Sud, dall’Argentina al Cile alla Bolivia, ovunque i militari al potere lo richiamino e lo accolgano per loro fini.
I bersagli delle azioni dei terroristi di destra dal 1977 in poi continuano a rimanere, nella stragrande maggioranza, le sedi di partiti ed organismi democratici. Calano, invece, gli atti di violenza come pestaggi o forme di guerriglia urbana che, se sono stati 2156 negli anni 1969-1975, risultano solo 740 dal 1976 al 1980. Ma, dal 1977 in poi, per la prima volta i terroristi neri attaccano direttamente e ripetutamente lo stato. Nella primavera 1979, fra aprile e maggio, con azioni rivendicate i terroristi di destra fanno esplodere a Roma bombe contro il Campidoglio, il carcere di Regina Coeli, la Farnesina, il Consiglio superiore della magistratura. Il 7 febbraio 1980 a Roma i terroristi di destra uccidono l’agente di Ps Arnesano, di guardia all’ambasciata del Libano. Il 2 giugno 1980 ancora terroristi neri uccidono a Roma il giudice Amato, uno dei pochissimi magistrati romani allora impegnato in processi contro i terroristi fascisti. Il 26 novembre 1980 latitanti neo-fascisti assassinano a Milano il brigadiere dei carabinieri Lucarelli. 11 5 febbraio 1981 a Padova terroristi fascisti consumano l’omicidio dei carabinieri Codotto e Maronese. Il 20 ottobre 1981 a Roma è il capitano di Ps Straullu a cadere sottoi colpi dell’eversione di destra. Poi, dopo che in un conflitto a fuoco con la polizia è morto il terrorista Vale, a Roma — per esplicita e dichiarata ritorsione — il 6 maggio 1982 i neri uccidono l’appuntato di Ps Rapesta. Ancora a Roma il 24 maggio 1982 l’agente di Ps Galluzzo è ucciso dai terroristi fascisti, mentre fa la guardia alla casa di un esponente dell’Olp. Sopra l’elemento punitivo sempre adorato dai fascisti, con queste azioni i terroristi neri vogliono soprattutto e disperatamente difendersi. Mentre l’eversione di sinistra li incalza e li sovrasta per qualità ed effetti pubblicitari, essi tentano di stroncare le possibilità concrete degli organismi statuali di venire a capo anche dei movimenti dell’eversione di destra. Nello stesso tempo, è direttamente lo stato che viene assunto dai neri come un nemico da abbattere. La riprova di un atteggiamento generale sulla difensiva è data dall’assassinio, perché "traditori", dei neofascisti Mangiameli e Perucci, effettuato dai terroristi di destra nel gennaio 1981 a Roma. In raffronto agli anni 1969-1975 gli attentati a cose e persone consumati dai terroristi di destra nel periodo 1977-1980 nella sostanza non diminuiscono né crescono, segnando così, in un certo senso, una stasi nello sviluppo interno del terrorismo nero. Aumentano, però, considerevolmente gli attentati rivendicati esplicitamente da organizzazioni di destra: mentre le azioni rivendicate sono state solo 133 dal 1969 al 1975, esse salgono a 482 per gli anni dal 1976 al 1980. Più o meno stazionari rimangono, poi, gli attentati attribuiti alla destra con ragionevole sicurezza: 1164 dal 1976 al 1980 contro i 1339 dal 1969 al 1975. Anche nel periodo dal 1977 in poi, le sigle usate dalle organizzazioni di destra per consumare azioni terroristiche sono numerose e, il più delle volte, ricorrenti per un solo episodio. Questo proliferare di nomenclature ha essenzialmente valore strumentale per nascondere gli autori di crimini e depistare le indagini. Ma, lo stesso, questa frammentazione vale come sintomo di uno sfrenato impulso al protagonismo. Le nuove organizzazioni della destra eversiva mantengono intanto fortissimi legami internazionali con gruppi analoghi. Ma, nel mutato clima internazionale segnato anche dalla caduta del franchismo in Spagna e dei colonnelli in Grecia, questa volta i rapporti riguardano: luoghi tradizionali, come la Gran Bretagna, la Francia, la Germania occidentale, dove i neri riparano quando inseguiti in Italia; i nuovissimi luoghi caldi della scena internazionale, come il Libano dove alcuni estremisti di destra nostrani frequentano campi d’addestramento della Falange libanese, o il Sud Africa dove i terroristi neri lì nascosti entrano nelle guerriglie contro i negri, o la Bolivia e il Sud America in generale dove i militari al potere continuano, come nel dopoguerra, ad accogliere fascisti d’ogni risma e ne impiegano più d’uno contro le organizzazioni di sinistra locali. Il reclutamento degli adepti del terrorismo di destra per il periodo 1977-1980 continua a svolgersi quasi esclusivamente fra i giovani e soprattutto fra gli studenti e i sottoccupatl. Naturalmente, i terroristi neri pescano nell’area della Destra (anch’essa, però, in fase di autonoma riconsiderazione e ristrutturazione); ma, mentre fino al 1975 i vari Graziani, Giannettii, Rauti, Delle Chiaie, Signorelli hanno avuto un peso(quasi sempre esterno, ma a volte anche interno nella storia e nei percorsi del Msi) ora, dal 1976 in poi, nessuno dei nomi, per la gran parte di giovanissimi, che la stampa e i processi hanno indicato per i principali esponenti dell’eversione di destra, occupa posti di rilievo in quel partito. Fanno eccezione Delle Ghiaie e Signorelli (quest’ultimo fino al 1976 fece parte del Comitato centrale del Msi per poi venirne estromesso), imputati nei principali processi contro l’estremismo nero ma dopo il 1976 non esiste più traccia di un qualche rapporto fra loro due e il Msi . I gruppi del terrorismo di destra più significativi per gli anni dal 1977 in poi appaiono essere tre: i Nuclei armati rivoluzionari, Terza posizione e il Movimento rivoluzionario popolare. I Nar sembrano sprovvisti di un valido supporto ideologico che vada al di là della generica lotta al sistema e dell’immanente opposizione al governo di solidarietà nazionale, sorretto appunto negli anni 1977-1979 da Democrazia cristiana e Partito comunista. Più spesso i Nar appaiono come un polo d’attrazione e uno sbocco per i singoli che dall’area della Destra vogliano manifestare la loro volontà d’opposizione a tutto; i Nar, quindi, possono avere offerto una sigla allo spontaneismo armato e a gruppuscoli non organizzati in proprio per il terrorismo. La prima azione pubblica dei Nar è del gennaio 1977 con attentati dinamitardi contro Dc e Pci; dal 1978 al 1980 ai Nar sono attribuiti 8 omicidi e più di 100 attentati. Terza posizione, che si appoggia alle esperienze in Roma dei Comitati rivoluzionari di quartiere e dei Comitati popolari di lotta, si pone in alternativa alla destra ufficiale e tratta temi per quell’area decisamente nuovi, come i problemi della casa, dell’ecologia e della disoccupazione giovanile. Terza posizione dichiara di voler superare gli schemi politici tradizionali e, servendosi di un contropotere organizzato su scala nazionale, di voler arrivare ad uno "Stato di popolo". Il Movimento rivoluzionario popolare rifiuta l’etichetta di destra e rivolge un appello a tutte le forze rivoluzionarie per l’intensificazione di una pratica di contropotere che ricomponga l’unità della rivoluzione. All’Mrp sono attribuiti un’ottantina di attentati, fra cui spiccano quelli contro il Campidoglio, un carcere romano, la Farnesina e il Consiglio superiore della magistratura, tutti realizzati con grande impiego di esplosivi e non senza perizia. Questi gruppi dell’eversione di destra sono stati influenzati dal successo decisamente maggiore avuto dopo il 1975 dal terrorismo di sinistra . Dopo il 1977, il modello di organizzazione interna e le modalità delle azioni del terrorismo di destra ricalcano sempre più i sistemi della sinistra eversiva. Ma le differenze permangono notevoli; ad esempio, il 9 gennaio 1979 i Nar a Roma fanno irruzione nei locali di Radio Città Futura (un’emittente privata, esplicitamente inserita nell’area dei gruppi extraparlamentari di sinistra), distruggono il distruggibile e feriscono anche gravemente cinque donne che vi si trovano. Parrebbe a tutta prima da questo episodio che i neri abbiano ricopiato le tante irruzioni in partiti ed uffici privati compiute in quegli anni da estremisti di sinistra; invece, al fondo è ineliminabile il connotato squadristico (da fascismo vecchio stile) dell’operazione essendosi trattato di un’azione contro avversari di parte per un’egemonia di parte; ma naturalmente non va eluso il richiamo a quanto di squadristico in assoluto hanno saputo realizzare anche i gruppi terroristici di sinistra. I due terrorismi, poi, dopo il 1977 sono anche scesi in lotta aperta fra loro con numerosi scontri diretti in cui viene consumato più d’un omicidio. Molto interessante, però, è che i gruppi di destra hanno lanciato più volte proposte di tregua verso quelli di sinistra per unire le forze contro lo stato democratico. Ed è significativo che nel 1981 a Roma sia stato trovato un apparato logistico dove di armi e documenti falsi si rifornivano sia i terroristi di destra che quelli di sinistra. Sulla condotta e sulla tenuta in generale, poi, dei gruppi della destra eversiva, va detto che l’assenza di una chiara scelta ideologica per i terroristi di destra ha tagliato loro ie gambe anche rispetto alla possibilità di formulare un progetto politico preciso. Dalle azioni compiute dai terroristi neri dopo il 1977, infatti, non è dato di risalire ad alcun programma specifico che permetta perlomeno di intravvedere l’operatività di una strategia globale e diffusa. Per quanto attiene il tema-problema dei rapporti dell’eversione nera con il Potere dopo il 1977, accertato come tutti i capi dei servizi segreti italiani abbiano fatto parte della loggia massonica P2, il coinvolgimento di estremisti neri nella nebulosa P2 è avvenuto ai livelli più bassi come l’impiego di un terrorista nero per uccidere nel 1979 a Roma il giornalista Pecorelli. La comparsa sulla scena per legge di stato della figura del "terrorista pentito" insieme a un miglioramento delle strutture della polizia, ha provocato verso il 1980 la sconfitta militare anche del terrorismo di destra con abbondanza di suoi militanti in galera.
È la stagione del radicalismo, quella vissuta dal terrorismo di destra dal 1975 in avanti. Il fascismo epocale, quello di Mussolini, viene prosciugato di quasi tutti i suoi significati storici e viene idealizzato e dimensionato in una sorta di repulisti generale di questa società marcia e corrotta che attraverso la violenza deve essere riportata ad un ordine fascista intransigente. Il dato più appariscente di questo radicalismo della destra eversiva e senz altro fornito dal pullulare in essa della incultura della disperazione: come apertamente predicano i Nar, la pistola è uno strumento di morte e di potenza; l’arma è lo status symbol della liberazione dell’uomo forte. Questo nuovo fascismo ribadisce i valori della Tradizione e l’anticomunismo sfegatato, ma cobra il vecchio nazionalismo con accenti europei e con apprezzamenti verso le minoranze etniche rivoluzionarie, come gli irlandesi dell’Ira e i persiani in lotta contro lo Scià. Il disprezzo del capitalismo si specifica in un acceso populismo che viene presentato come il superamento del dilemma o marxismo o liberalismo.
L'eversione di destra negli anni '70
Nel 1969, allo stillicidio di spedizioni neofasciste con raids di violenza nelle scuole e nelle università si sovrappone l’esplosivo. Nel 1969 vengono compiuti in Italia 312 attentati con bombe: fra questi quelli all’ufficio istruzione dei tribunali di Milano e Torino, alla Fiera Campionaria di Milano e ai treni della notte fra l’8 e il 9 agosto. Dal 1969 al 1975 vengono compiuti in Italia 4384 atti di violenza contro persone o cose, ispirati tutti da una manifesta matrice politica. L’85% di questi fatti si svolge in appena 16 province su 94, soprattutto a Roma, Milano e Torino. L’83% di tutti i fatti di violenza politica accaduti in Italia dal 1969 al 1975 è dichiaratamente opera della destra eversiva, che negli stessi anni consuma 63 omicidi su un totale di 92 assassini politici. Dal 1969 al 1975 in Italia vengono compiute quasi tutte le stragi che dal 1969 al 1982 sono responsabili del 42% delle persone morte per fatti di terrorismo. Il 12 dicembre 1969 a Milano esplode, nella sede di piazza Fontana della Banca nazionale dell’Agricoltura, una bomba che uccide 17 persone e ne ferisce 88. Il 22 luglio 1970 un treno di lavoratori per ragioni sindacali diretto in Calabria viene fatto saltare in aria nei pressi di Gioia Tauro: muoiono 6 persone e ne restano ferite 50. Il 31 maggio 1972 a Peteano una macchina imbottita di esplosivo uccide 3 persone e ne ferisce 2. Il 17 maggio 1973 davanti alla questura di Milano Bertoli aziona una bomba, uccidendo 4 persone e ferendone12. Il 28 maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia muoiono 8 persone e 94 rimangono ferite per l’esplosione di una bomba. Il 4 agosto 1974 nei pressi di Bologna viene fatto saltare in aria il treno Italicus e vi muoiono 12 persone mentre 105 risultano ferite. Accanto alle violenze e agli attentati, all’eversione di destra sono da ascriversi per gli anni che vanno dal 1969 al 1975 molti altri fatti di chiara importanza per una strategia di dichiarata sovversione. Dall’estate del 1970 alla primavera del 1971, Reggio Calabria è infiammata da una rivolta popolare, ispirata e diretta dai "boia chi molla" della destra con presenza cospicua di noti elementi di Avanguardia nazionale. A più riprese, poi, si cercherà di inserire questi conati di piazza nella realtà milanese dove tenteranno di operare alcuni dei protagonisti di Reggio. Inizia anche la stagione dei golpe. Il primo è fissato per l’Immacolata del 1970 quando il principe Borghese di notte vuole mettere i propri uomini al Ministero dell’interno, alla Rai e al Quirinale. Con Borghese per questo golpe saranno, in un lontano futuro rispetto al dicembre 1970, equamente processati anche esponenti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Ma il golpe fallisce perché a un certo punto della nottata il principe Borghese riceve una telefonata che annulla gli ordini già impartiti e le prime operazioni già avviate. I reduci dall’avventura di Borghese non si fermano e vanno avanti fino a tutto il 1974 a programmare piani d’attacco contro il sistema istituzionale. Queste manovre si svolgono prevalentemente a Roma, dove il gen. Miceli, capo dei servizi segreti, aveva avuto qualche sentore dei movimenti di Borghese, e dove nella trama cospirativa s’è trovata traccia di cattolici legati ad ambienti del Vaticano e di individui collegati alla massoneria, come denunciato alla magistratura romana dal Ministero dell’interno nel 1974 e 1975. Si è anche parlato di un golpe di destra che doveva realizzarsi a Roma nell’agosto 1974 dopo la strage dell’Italicus, ma che poi viene accantonato a seguito delle dimissioni in quell’agosto del presidente americano Nixon. Intanto, nel 1974-75, altre trame eversive di colore golpista di destra vengono sviscerate dai giudici di Padova durante il processo contro la Rosa dei Venti e dai giudici di Torino durante il processo contro Edgardo Sogno.
Per quanto attiene la tattica delle azioni diverse dalle stragi eseguite dai neri certo è che dal 1969 al 1975 i terroristi di destra uccidono 20 persone e non ne feriscono nessuna, consumano 2156 violenze (come pestaggi o atti di guerriglia), rivendicano esplicitamente 133 attentati a cose e persone mentre con una certa sicurezza sempre ai neri vengono attribuiti 1 339 attentati non rivendicati. Sembra, quindi, che in questi anni comportamentalmente il terrorismo di destra abbia avuto connotati "squadristici" come il fascismo del 1920-22: per tipo e numero di azioni compiute prevale l’uso della violenza diretta, contro gli avversari politici. Notevole è il ricorso al tritolo usato in abbondanza, di notte, essenzialmente contro le sedi di partiti o organismi democratici. Escluse quasi del tutto da ogni assalto sono le persone e le sedi delle forze dell’ordine. Su 11 sequestri di persona compiuti dai terroristi in genere dal 1969 al 1975, nessuno è da ascriversi ai neri; sono invece le organizzazioni clandestine di sinistra ad utilizzare il veicolo pubblicitario nuovissimo del sequestro politico di dirigenti d’azienda o capi-reparto. In merito alle organizzazioni che hanno firmato le azioni del terrorismo nero, certo è che dal 1969 al 1980 esse sono state in tutto 171, ed almeno l’80% di esse ha operato nel periodo 1969-1975. La gran parte di questi gruppi ha concentrato, anche per il periodo indicato, la propria attività su Roma e, in misura molto più ridotta, su Milano. Il rapporto fra gli attentati rivendicati dai neri (133) e quelli loro attribuiti (1339) dimostra che il terrorismo di destra ha scelto di gran lunga l’opzione dell’"azione coperta", ovverossia del fatto terroristico non dichiarato né come autori né come finalità. Molto raramente, per il 1969-1975, le azioni terroristiche dei neri risultano firmate da Ordine Nuovo o Avanguardia Nazionale. Spessissimo, accanto a sigle tanto sconosciute da sembrare di puro comodo, appaiono le firme dei Giustizieri d’Italia o delle Squadre d’azione Mussolini, che il 26 gennaio 1969 a Milano compiono il primo atto terroristico rivendicato dalla destra contro un palazzo che ospita più organismi ed enti democratici. Dal 1969 al 1974 nella sola Milano 80 attentati sono consumati dalle Sam. In questa organizzazione mutava Giancarlo Esposti la cui morte, avvenuta in un conflitto a fuoco coi carabinieri in Abruzzo mentre Esposti ben provvisto di esplosivo pareva dovesse calare su Roma per la festa della Repubblica, sarà commemorata da Avanguardia nazionale. Numerose sono le sigle di gruppi eversivi di destra che compaiono per appena il tempo di scoppio di una bomba. Tale comportamento deriva ovviamente in parte da manovre difensive di depistaggio delle indagini. Molti attentati sono opera del misteriosissimo Ordine nero. Sotto questa sigla si compiono dal 1974 al 1976 (nei tre anni di cui di essa si ha notizia) e soprattutto nell’Italia nel Nord, 32 attentati, di cui ben 21 consumati nel solo 1974. All’ambiente di Ordine nero vengono ascritte due stragi, quella di piazza della Loggia a Brescia e quella del treno Italicus nei pressi di Bologna. Sono in totale 22 le persone che muoiono a causa di Ordine nero, sull’identità dei cui aderenti ancora oggi non si hanno buone certezze. Nello stesso mondo della destra eversiva feroci sono sempre rimaste le polemiche sulle origini e le finalità di Ordine nero: alcuni guardano ad una filiazione da Ordine nuovo di cui Ordine nero ripete le iniziali simboliche On; altri credono a un gruppo spontaneo; alcuni pensano che noti gruppi eversivi abbiano deliberatamente scelto, proprio per allontanare da se stessi ogni responsabilità, un sistema per rovinare Ordine nuovo, fino ad allora non compromesso in fatti di sangue; altri, infine, vi vogliono vedere la mano di chissà quale servizio, segreto o non. Ordine nero rimane quindi un’entità pressoché sconosciuta; gli attentati a suo nome sono, quindi, "azioni coperte", rivolte contro la inerme popolazione civile fra la quale devono produrre uno stato d’allarme generale su cui innestare un movimento militare. Le vicende personali di personaggi importanti come Graziani, Massagrande, Borghese, Delle Chiaie, che riparano alcuni in Grecia altri in Spagna, pongono il problema dei contatti diretti , negli anni 1969-1975, del terrorismo nero con l’Internazionale nera. Dalla Spagna franchista alla Grecia dei colonnelli non sono mancati aiuti espliciti o impliciti verso gli eversori nostrani di destra, sui quali ci sono stati pesanti sospetti di appartenenza a centrali internazionali o sovranazionali. Il problema che maggiormente si è posto sui movimenti della destra eversiva è stato quello dei rapporti fra terrorismo nero e stato. I processi contro i terroristi neri hanno messo in piazza vistose compromissioni personali che hanno attraversato sia zone del potere politico che aree del potere amministrativo. L’esemplificazione maggiore dei rapporti col terrorismo nero da parte di organismi dello stato è costituito dall’aiuto fornito dai servizi segreti italiani agli imputati del processo per la strage di piazza Fontana. Giannettini viene aiutato finanziariamente quando ripara all’estero. Inoltre: dopo che il giudice istruttore di Milano ha richiesto la cattura di Pozzan (un bidello padovano), i servizi italiani prendono Pozzan e lo portano in Spagna dove a Madrid lo consegnano a Delle Chiaie, anch’egli all’epoca latitante e ricercato proprio per il processo su piazza Fontana. Ma è perlomeno ambiguo l’atteggiamento che il potere esecutivo ebbe contro il terrorismo di destra dal 1969 al 1975. L’affare viene lasciato in gestione quasi esclusiva ai magistrati, i quali, però, per il sistema processuale-penalistico in vigore, non hanno una competenza diffusa in tutta Italia né a loro volta sono diretti da un organismo unitario. Il governo, però, si astiene in quegli anni dal creare un organismo unitario di polizia che compia indagini in tutta Italia e quindi abbia effetti propulsivi sui processi intanto sparpagliati fra mille giudici.
Nel biennio 1974-75 l’eversione di destra fu però attraversata da una crisi profondissima. Nel dicembre 1973 il Ministro dell’interno con proprio decreto sciolse coattivamente Ordine nuovo. Nella seconda metà del 1974, i servizi segreti, in sintonia con chiare direttive politiche, attivarono fonti confidenziali che dettero risultati concreti contro gli autori del golpe Borghese. I giudici di Torino e di Padova iniziarono in quegli anni decise istruttorie su scala nazionale contro l’eversione di destra. Per queste procedure giudiziarie, i capi storici di Ordine Nuovo, Graziani e Massagrande, ripararono all’estero. Stefano Delle Chiaie, capo indiscusso di Avanguardia nazionale e con recapito fisso per quegli anni in Spagna, limitò i suoi lunghi e indisturbati soggiorni in Italia (nonostanti gli svariati mandati di cattura per fatti gravissimi) quando nel novembre 1975 iniziò a Roma il processo contro Avanguardia Nazionale con decine di arresti. Il 20 maggio 1974 Giulio Andreotti, in un’intervista al settimanale "Il Mondo", deplora le deviazioni dei servizi segreti. Termina da allora, il rapporto privilegiato degli eversori di destra con il Potere ufficiale. Ma la crisi più inarrestabile gli eversori di destra la vivono proprio dal loro interno. Arrivano in scena i nuovi militanti nati dopo il 1950. Queste generazioni, prima di ogni discorso politico particolare, respirano un’aria generale che dopo il 1970 è ormai di rottura irrisolvibile con il passato: l’eversione di destra, che ha sempre arruolato fra i giovani la quasi totalità dei propri quadri, non può più fare nuovi proseliti con discorsi infarciti soltanto dei miti di Salò o di Hitler. In più fortissima dopo il 1974 è la concorrenza dell’eversione di sinistra, che dilaga a macchia d’olio in molti parti d’Italia e che inizia a riscuotere notevoli successi anche a livello propagandistico. Per superare questo momento nel settembre 1975 in una riunione ad Albano nei pressi di Roma Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale si fondono e danno vita ad un gruppo unitario. Il nuovo gruppo aveva al vertice una Direzione politica nazionale da cui dipendevano una serie di Settori; a questa Direzione erano collegati organismi analoghi su scala regionale, provinciale e comunale. Il gruppo aveva una struttura operativa formata su linee verticali e articolata in linee orizzontali per compartimenti stagni che non comunicavano fra loro ma solo coi vertice, il quale aveva predisposto una serie di numeri telefonici che assicuravano i collegamenti fra i vari settori. Nel dicembre 1975 viene rinvenuto in un appartamento a Roma che fungeva da base per la nuova organizzazione un documento in cui si propugna apertamente la guerra rivoluzionaria contro il potere ufficiale; e fra le righe dello stesso si legge una reinterpretazione della figura del "soldato politico" a suo tempo mitizzata da Codreanu, che ora viene rivisitata sulla base di pensieri del presidente Mao e del Che Guevara. Nel luglio 1976 a Roma, Concutelli, capo militare di questo gruppo, uccide il magistrato Occorsio e compie una rapina per circa mezzo miliardo a danno del Ministero dei lavoro. Entrambe queste azioni hanno un valore rilevante per l’interpretazione del percorso dell’eversione di destra a partire dal 1975. Con l’uccisione di Occorsio, per la prima volta la destra eversiva intende dichiaratamente colpire un simbolo dello stato, oltre che consumare una vendetta personale con la punizione pubblica di una persona vista come nemica. Con la rapina da mezzo miliardo, gli eversori di destra tralasciano la via dei finanziamenti più o meno diretti e si dichiarano esplicitamente per atti di autofinanziamento, come rapine o sequestri di persona. Molto evidente in questi schemi di comportamento è il richiamo ai comportamenti dell’eversione di sinistra, che prima del luglio 1976 ha già compiuto rapine a iosa ed ha ucciso a Genova il magistrato Coco. Ma nell’autunno 1976, in conseguenza dell’assassinio di Occorsio, molti terroristi neri vengono arrestati; ed è soprattutto Ordine nuovo a vedere scompaginate le proprie fila, tanto che dopo quegli arresti non si avrà più notizia di On come tale, anche se alcuni ordinovisti rimarranno in attività. Pure An entra in difficoltà, non foss’altro perché il capo carismatico Delle Chiaie, finito il franchismo in Spagna, elegge a sede della propria attività l’America del Sud, dall’Argentina al Cile alla Bolivia, ovunque i militari al potere lo richiamino e lo accolgano per loro fini.
I bersagli delle azioni dei terroristi di destra dal 1977 in poi continuano a rimanere, nella stragrande maggioranza, le sedi di partiti ed organismi democratici. Calano, invece, gli atti di violenza come pestaggi o forme di guerriglia urbana che, se sono stati 2156 negli anni 1969-1975, risultano solo 740 dal 1976 al 1980. Ma, dal 1977 in poi, per la prima volta i terroristi neri attaccano direttamente e ripetutamente lo stato. Nella primavera 1979, fra aprile e maggio, con azioni rivendicate i terroristi di destra fanno esplodere a Roma bombe contro il Campidoglio, il carcere di Regina Coeli, la Farnesina, il Consiglio superiore della magistratura. Il 7 febbraio 1980 a Roma i terroristi di destra uccidono l’agente di Ps Arnesano, di guardia all’ambasciata del Libano. Il 2 giugno 1980 ancora terroristi neri uccidono a Roma il giudice Amato, uno dei pochissimi magistrati romani allora impegnato in processi contro i terroristi fascisti. Il 26 novembre 1980 latitanti neo-fascisti assassinano a Milano il brigadiere dei carabinieri Lucarelli. 11 5 febbraio 1981 a Padova terroristi fascisti consumano l’omicidio dei carabinieri Codotto e Maronese. Il 20 ottobre 1981 a Roma è il capitano di Ps Straullu a cadere sottoi colpi dell’eversione di destra. Poi, dopo che in un conflitto a fuoco con la polizia è morto il terrorista Vale, a Roma — per esplicita e dichiarata ritorsione — il 6 maggio 1982 i neri uccidono l’appuntato di Ps Rapesta. Ancora a Roma il 24 maggio 1982 l’agente di Ps Galluzzo è ucciso dai terroristi fascisti, mentre fa la guardia alla casa di un esponente dell’Olp. Sopra l’elemento punitivo sempre adorato dai fascisti, con queste azioni i terroristi neri vogliono soprattutto e disperatamente difendersi. Mentre l’eversione di sinistra li incalza e li sovrasta per qualità ed effetti pubblicitari, essi tentano di stroncare le possibilità concrete degli organismi statuali di venire a capo anche dei movimenti dell’eversione di destra. Nello stesso tempo, è direttamente lo stato che viene assunto dai neri come un nemico da abbattere. La riprova di un atteggiamento generale sulla difensiva è data dall’assassinio, perché "traditori", dei neofascisti Mangiameli e Perucci, effettuato dai terroristi di destra nel gennaio 1981 a Roma. In raffronto agli anni 1969-1975 gli attentati a cose e persone consumati dai terroristi di destra nel periodo 1977-1980 nella sostanza non diminuiscono né crescono, segnando così, in un certo senso, una stasi nello sviluppo interno del terrorismo nero. Aumentano, però, considerevolmente gli attentati rivendicati esplicitamente da organizzazioni di destra: mentre le azioni rivendicate sono state solo 133 dal 1969 al 1975, esse salgono a 482 per gli anni dal 1976 al 1980. Più o meno stazionari rimangono, poi, gli attentati attribuiti alla destra con ragionevole sicurezza: 1164 dal 1976 al 1980 contro i 1339 dal 1969 al 1975. Anche nel periodo dal 1977 in poi, le sigle usate dalle organizzazioni di destra per consumare azioni terroristiche sono numerose e, il più delle volte, ricorrenti per un solo episodio. Questo proliferare di nomenclature ha essenzialmente valore strumentale per nascondere gli autori di crimini e depistare le indagini. Ma, lo stesso, questa frammentazione vale come sintomo di uno sfrenato impulso al protagonismo. Le nuove organizzazioni della destra eversiva mantengono intanto fortissimi legami internazionali con gruppi analoghi. Ma, nel mutato clima internazionale segnato anche dalla caduta del franchismo in Spagna e dei colonnelli in Grecia, questa volta i rapporti riguardano: luoghi tradizionali, come la Gran Bretagna, la Francia, la Germania occidentale, dove i neri riparano quando inseguiti in Italia; i nuovissimi luoghi caldi della scena internazionale, come il Libano dove alcuni estremisti di destra nostrani frequentano campi d’addestramento della Falange libanese, o il Sud Africa dove i terroristi neri lì nascosti entrano nelle guerriglie contro i negri, o la Bolivia e il Sud America in generale dove i militari al potere continuano, come nel dopoguerra, ad accogliere fascisti d’ogni risma e ne impiegano più d’uno contro le organizzazioni di sinistra locali. Il reclutamento degli adepti del terrorismo di destra per il periodo 1977-1980 continua a svolgersi quasi esclusivamente fra i giovani e soprattutto fra gli studenti e i sottoccupatl. Naturalmente, i terroristi neri pescano nell’area della Destra (anch’essa, però, in fase di autonoma riconsiderazione e ristrutturazione); ma, mentre fino al 1975 i vari Graziani, Giannettii, Rauti, Delle Chiaie, Signorelli hanno avuto un peso(quasi sempre esterno, ma a volte anche interno nella storia e nei percorsi del Msi) ora, dal 1976 in poi, nessuno dei nomi, per la gran parte di giovanissimi, che la stampa e i processi hanno indicato per i principali esponenti dell’eversione di destra, occupa posti di rilievo in quel partito. Fanno eccezione Delle Ghiaie e Signorelli (quest’ultimo fino al 1976 fece parte del Comitato centrale del Msi per poi venirne estromesso), imputati nei principali processi contro l’estremismo nero ma dopo il 1976 non esiste più traccia di un qualche rapporto fra loro due e il Msi . I gruppi del terrorismo di destra più significativi per gli anni dal 1977 in poi appaiono essere tre: i Nuclei armati rivoluzionari, Terza posizione e il Movimento rivoluzionario popolare. I Nar sembrano sprovvisti di un valido supporto ideologico che vada al di là della generica lotta al sistema e dell’immanente opposizione al governo di solidarietà nazionale, sorretto appunto negli anni 1977-1979 da Democrazia cristiana e Partito comunista. Più spesso i Nar appaiono come un polo d’attrazione e uno sbocco per i singoli che dall’area della Destra vogliano manifestare la loro volontà d’opposizione a tutto; i Nar, quindi, possono avere offerto una sigla allo spontaneismo armato e a gruppuscoli non organizzati in proprio per il terrorismo. La prima azione pubblica dei Nar è del gennaio 1977 con attentati dinamitardi contro Dc e Pci; dal 1978 al 1980 ai Nar sono attribuiti 8 omicidi e più di 100 attentati. Terza posizione, che si appoggia alle esperienze in Roma dei Comitati rivoluzionari di quartiere e dei Comitati popolari di lotta, si pone in alternativa alla destra ufficiale e tratta temi per quell’area decisamente nuovi, come i problemi della casa, dell’ecologia e della disoccupazione giovanile. Terza posizione dichiara di voler superare gli schemi politici tradizionali e, servendosi di un contropotere organizzato su scala nazionale, di voler arrivare ad uno "Stato di popolo". Il Movimento rivoluzionario popolare rifiuta l’etichetta di destra e rivolge un appello a tutte le forze rivoluzionarie per l’intensificazione di una pratica di contropotere che ricomponga l’unità della rivoluzione. All’Mrp sono attribuiti un’ottantina di attentati, fra cui spiccano quelli contro il Campidoglio, un carcere romano, la Farnesina e il Consiglio superiore della magistratura, tutti realizzati con grande impiego di esplosivi e non senza perizia. Questi gruppi dell’eversione di destra sono stati influenzati dal successo decisamente maggiore avuto dopo il 1975 dal terrorismo di sinistra . Dopo il 1977, il modello di organizzazione interna e le modalità delle azioni del terrorismo di destra ricalcano sempre più i sistemi della sinistra eversiva. Ma le differenze permangono notevoli; ad esempio, il 9 gennaio 1979 i Nar a Roma fanno irruzione nei locali di Radio Città Futura (un’emittente privata, esplicitamente inserita nell’area dei gruppi extraparlamentari di sinistra), distruggono il distruggibile e feriscono anche gravemente cinque donne che vi si trovano. Parrebbe a tutta prima da questo episodio che i neri abbiano ricopiato le tante irruzioni in partiti ed uffici privati compiute in quegli anni da estremisti di sinistra; invece, al fondo è ineliminabile il connotato squadristico (da fascismo vecchio stile) dell’operazione essendosi trattato di un’azione contro avversari di parte per un’egemonia di parte; ma naturalmente non va eluso il richiamo a quanto di squadristico in assoluto hanno saputo realizzare anche i gruppi terroristici di sinistra. I due terrorismi, poi, dopo il 1977 sono anche scesi in lotta aperta fra loro con numerosi scontri diretti in cui viene consumato più d’un omicidio. Molto interessante, però, è che i gruppi di destra hanno lanciato più volte proposte di tregua verso quelli di sinistra per unire le forze contro lo stato democratico. Ed è significativo che nel 1981 a Roma sia stato trovato un apparato logistico dove di armi e documenti falsi si rifornivano sia i terroristi di destra che quelli di sinistra. Sulla condotta e sulla tenuta in generale, poi, dei gruppi della destra eversiva, va detto che l’assenza di una chiara scelta ideologica per i terroristi di destra ha tagliato loro ie gambe anche rispetto alla possibilità di formulare un progetto politico preciso. Dalle azioni compiute dai terroristi neri dopo il 1977, infatti, non è dato di risalire ad alcun programma specifico che permetta perlomeno di intravvedere l’operatività di una strategia globale e diffusa. Per quanto attiene il tema-problema dei rapporti dell’eversione nera con il Potere dopo il 1977, accertato come tutti i capi dei servizi segreti italiani abbiano fatto parte della loggia massonica P2, il coinvolgimento di estremisti neri nella nebulosa P2 è avvenuto ai livelli più bassi come l’impiego di un terrorista nero per uccidere nel 1979 a Roma il giornalista Pecorelli. La comparsa sulla scena per legge di stato della figura del "terrorista pentito" insieme a un miglioramento delle strutture della polizia, ha provocato verso il 1980 la sconfitta militare anche del terrorismo di destra con abbondanza di suoi militanti in galera.
È la stagione del radicalismo, quella vissuta dal terrorismo di destra dal 1975 in avanti. Il fascismo epocale, quello di Mussolini, viene prosciugato di quasi tutti i suoi significati storici e viene idealizzato e dimensionato in una sorta di repulisti generale di questa società marcia e corrotta che attraverso la violenza deve essere riportata ad un ordine fascista intransigente. Il dato più appariscente di questo radicalismo della destra eversiva e senz altro fornito dal pullulare in essa della incultura della disperazione: come apertamente predicano i Nar, la pistola è uno strumento di morte e di potenza; l’arma è lo status symbol della liberazione dell’uomo forte. Questo nuovo fascismo ribadisce i valori della Tradizione e l’anticomunismo sfegatato, ma cobra il vecchio nazionalismo con accenti europei e con apprezzamenti verso le minoranze etniche rivoluzionarie, come gli irlandesi dell’Ira e i persiani in lotta contro lo Scià. Il disprezzo del capitalismo si specifica in un acceso populismo che viene presentato come il superamento del dilemma o marxismo o liberalismo.
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